Tornare a stare con se stessi
È uno degli argomenti più rilevanti degli ultimi tempi. Ma non gli stiamo dando forse troppa importanza? Non stiamo rischiando di perdere di vista altre priorità della nostra vita? Noi la pensiamo diversamente ed è per questo che con questo articolo diamo qualche spunto di riflessione, e due esercizi per stare del tempo con se stessi.
Si parla tanto di come sta cambiando il lavoro in questi ultimi anni: tra gli amici, in famiglia, su questo blog. Ma il modo di parlarne non è univoco. Per alcuni è un problema, perché non si trova, per altri è uno stimolo, perché fanno quello che desiderano, per altri ancora è argomento di studio e ricerca.
Alcune persone non danno peso alla mansione che svolgono, è solo uno strumento che permette loro di condurre una felice e ricca vita di coppia, di viaggiare, di uscire con gli amici, di fare shopping. Per altre, invece, rappresenta una sofferenza, perché non amano quello che fanno, ma non riescono a lasciarlo. Per altre ancora, è una ragione di vita e si identificano con il loro lavoro: riuscire sul lavoro, vedere riconosciuto il proprio talento e successo è l’unica cosa a cui tengono.
Cosa succede se ci identifichiamo troppo con il nostro lavoro?
Quello di cui vogliamo parlare oggi è proprio il valore del lavoro e il peso che ha nella nostra vita. Perché dal nostro osservatorio privilegiato, vediamo che ha assunto un ruolo predominante nella vita delle persone. Ma quello che più notiamo, è che sempre più spesso è causa di infelicità: sono tante le persone che vengono in Accademia della Felicità a cercare una soluzione per qualcosa che non va nella loro vita. E quel qualcosa è il lavoro.
Eppure, nonostante conoscano la causa del loro disagio, non riescono a intervenire e porvi rimedio: perché non riescono a immaginare una vita alternativa. Hanno un’ottima posizione lavorativa, un ruolo di prestigio presso realtà importanti, uno stipendio invidiabile. Ma la loro esistenza è totalmente centrata sul ruolo professionale che ricoprono, al punto di identificarsi in quello che fanno. Quindi, non possono proiettarsi in un’altra esistenza, perché non hanno gli elementi per costruirla.
Un tempo erano le relazioni, i legami familiari a collocarti nella società: sono madre-moglie-figlia, e sono anche un avvocato. Oggi, è il ruolo professionale che ha preso il sopravvento: sono responsabile vendite, direttore del personale, marketing manager dell’azienda X. E dopo, forse, si racconta qualcosa di sé. Anzi, si tende sempre più a trascurare il privato.
Ma considerare prioritaria la sfera lavorativa rispetto a quella privata, può portare degli scompensi sul lungo periodo.
2 esercizi di coaching imparare a stare con se stessi
Come spesso accade, è un equilibrio (anzi, meglio definirlo un disequilibrio) che può reggere per un certo periodo. Ci si può dedicare al lavoro per ottenere il meglio, si possono frequentare solo colleghi, o persone importanti per la nostra carriera, si possono coltivare interessi che ruotano attorno all’ambito professionale. Ma per quanto si può reggere? Prima o poi, sicuramente, il meccanismo si inceppa (per ragioni di percorso interiore, ma anche esteriori, indipendenti dalla singola volontà) e se non ci sono appigli esterni, da usare come ancore di salvezza, rimettersi in piedi è molto difficile.
L’ideale è costruire un giusto equilibrio tra vita privata, relazioni amicali e lavoro. Sono tre dimensioni che devono rimanere bilanciate: l’io professionista deve relazionarsi in modo armonico con l’io individuo. E deve sapere quando farsi da parte. Se pensi che c’è qualche scompenso tra le due dimensioni, privata e professionale, ecco due esercizi da fare per riscoprire il piacere di passare del tempo con te, e coltivare una parte di te che in questi anni hai trascurato.
1. Bigia e prenditi del tempo libero
Ricordi quando andavi a scuola? I giorni più belli erano quelli passati a casa, facendo finta di stare male. Bastava un giorno per ritrovare l’armonia in tutte le cose. Ecco devi fare lo stesso. Prenditi una giornata di ferie, ma non devi stare a casa. Devi andare in giro, fai un’escursione creativa. Nella tua città, o in qualche località vicina.
L’importante è uscire con pochi soldi, e senza bancomat e carte di credito. Devi ritrovare il tuo bambino interiore, fare pace con il tuo giudice interiore e il piacere di passare del tempo con te. Non te ne pentirai.
2. Scrivi di flusso
Al mattino, appena sveglia, scrivi quello che pensi e senti. Non preoccuparti per la forma e la sconnessione dei pensieri, è il momento più creativo della giornata. Lasciati andare e metti nero su bianco quello che pensi della tua vita, oltre il lavoro.
Se pensi che il tuo equilibrio vita-lavoro non ti rispecchi e vuoi capire come fare per migliorarlo, iniziare un percorso di life coaching potrebbe fare al caso tuo. La prima sessione è gratuita! Inizia a ridefinire la tua vita con le cose per per te contano davvero.