Sono sempre stata una lettrice appassionata. Leggo molto per lavoro e molto anche per puro piacere. Non ho pregiudizi nella lettura: mi approccio con la stessa curiosità a un saggio scientifico o a un romanzo rosa. I libri che prediligo sono quelli che hanno come tema le relazioni, analizzate da prospettive diverse. Questa volta, però, voglio consigliarti 3 manuali che ho letto di recente che trattano in modo molto diverso due temi che sono diventati centrali nel mondo del lavoro: il talento e la leadership.
Recruiting 4.0 di Roberto Chessa
Roberto Chessa è esperto di Recruting & Sales Management e lavora da anni come consulente nelle aziende, con il ruolo di formatore nel processo di recruiting. Il suo ultimo libro è un manuale molto tecnico eppure pieno di spunti per ripensare l’approccio dell’acquisizione di personale da parte delle aziende. Chessa evidenzia, infatti, i punti deboli di molte piccole e medie aziende italiane, che non sanno farsi trovare dai candidati “giusti”. Annunci troppo generici e privi di appeal, scelta di canali poco efficaci come il passaparola, mancanza di cura dei dettagli, come siti web e pagine LinkedIn senza informazioni utili, sono solo alcuni esempi. Se è vero che nel 2021 la relazione tra azienda e dipendente è uno scambio, sarà proprio l’azienda a dover cambiare prospettiva, assumendosi la piena responsabilità di ciò che non funziona nella relazione con i dipendenti. Recruiting 4.0 è un testo che affronta la questione del recruiting dal punto di vista del marketing e scende nei dettagli del processo per attrarre persone dotate di talento e potenziale che siano davvero motivate a fare squadra, in uno scambio proficuo per entrambe le parti. Chessa sembra chiedere alle aziende uno sforzo per sprovincializzarsi ed entrare nel terzo millennio come parte attiva. Perché un’azienda in cui lavorano dipendenti soddisfatti del proprio ruolo non solo è un’azienda che funziona meglio dal punto di vista produttivo ma è anche in grado di portare il suo contributo positivo nella società.
Recruiting 4.0, Roberto Chessa (2021)
Talento ribelle di Francesca Gino
Talento ribelle è stato, a ragione, uno dei libri di business più chiacchierati e celebrati degli ultimi anni. Puntuale come un saggio, avvincente come un romanzo. Questo libro sovverte una serie di convinzioni diffuse su cosa sia il talento e come esso si applichi e si manifesti in ambito corporate. Francesca Gino è ricercatrice e docente della Harvard Business School e studia da anni il modo in cui le persone possono vivere vite più appaganti e creative. Talento ribelle nasce sulla base di due ricerche, apparentemente scollegate tra loro: Gino ha indagato da un lato i motivi che portano le persone a infrangere le regole, dall’altro il perché della mancanza di motivazione di molti dipendenti in ambito aziendale. Mettendo insieme i dati di queste ricerche, la studiosa ha potuto giungere a una conclusione: solo le persone che sono capaci di ribellarsi a uno status quo, alle imposizioni dall’alto, sono in grado di manifestare il loro talento e di metterlo al servizio delle aziende e della società. Il saggio di Gino è pieno di esempi e casi studio tratti dai più svariati campi, dall’illusionismo alla pubblicità. A rendere creative le persone sono cinque caratteristiche tipiche dei “ribelli”: la propensione verso tutto ciò che è nuovo, la curiosità come sete di conoscenza, la prospettiva da cui guardare il mondo, la diversità come sfida di tutto ciò che è conformista, l’autenticità intesa come capacità di aprirsi agli altri e di farsi contaminare. Anche qui a essere messo in discussione è il ruolo dell’azienda, che deve necessariamente evolversi se vuole restare al passo con i tempi e saper accogliere al proprio interno dei “talenti ribelli”.
Talento ribelle, Francesca Gino, Egea (2019)
Il talento delle donne di Odile Robotti
Il talento delle donne, secondo una definizione che ne ha dato la stessa autrice, è un manuale di auto-aiuto per — come recita il sottotitolo — avere successo nel mondo del lavoro rimanendo se stesse. Robotti, che ha lavorato ai vertici di grandi aziende e oggi è amministratore unico di Leraning Edge Srl, società che promuove l’apprendimento “per creare vantaggi competitivi e accelerare il time-to-value della strategia”, sa bene cosa vuol dire farsi strada in ambienti ostili. Parte dall’idea che essere donne in azienda significa scontrarsi con una serie di pregiudizi, di regole fatte dagli uomini per gli uomini. È un libro scritto da una donna per le donne, ricco di dati e casi studio, di consigli, di spunti per fare carriera senza snaturarsi e senza rinunciare alla propria identità. L’autrice dà indicazioni pratiche sugli errori da evitare e su come comportarsi per far emergere il proprio valore, in un ambiente intriso di cultura maschile dominante. Benché parli di disparità di genere, non è un libro che si rivolge solo alle donne. È una lettura utile anche per gli uomini che rivestono posizioni di potere e che sono miopi nei confronti delle dinamiche che in ambito professionale tendono a reiterare una visione piuttosto stereotipata della figura femminile. Il libro è uscito nel 2013 per Sperling & Kupfer ma è stato riproposto nel 2020 per i tipi di Mind Edizioni, a dimostrazione del fatto che si tratta di un tema ancora molto, troppo attuale.
Il talento delle donne, Odile Robotti, Mind Edizioni (2020)
Tre libri sulla necessità delle aziende di aprirsi al futuro
Sono tre libri che affrontano temi solo all’apparenza diversi.
Tutti e tre questi libri:
- Toccano il tema del talento, inteso come espressione delle caratteristiche che ci rendono unici e che ci consentono di creare valore, in azienda come nella vita di tutti i giorni.
- Pongono l’accento, seppure in modo diverso, sul ruolo dell’azienda, in una realtà come quella italiana che fatica a stare al passo: nel modo di attirare i propri potenziali impiegati, di valorizzare le peculiarità dei singoli individui, di dare spazio alla diversità per promuovere un vero cambiamento.
- Ci comunicano che il mondo aziendale deve cambiare il proprio approccio e aprirsi a orizzonti che vadano verso un futuro lungimirante e inclusivo, per usare un termine in voga nell’ultimo periodo.
- Ci portano a fare una riflessione profonda sulla leadership, su cosa significhi oggi, nel terzo millennio, essere leader e su come le competenze che un buon leader deve avere non sono più solo tecniche ma devono abbracciare anche l’intelligenza emotiva.
Con Accademia della Felicità ci stiamo muovendo in questa direzione già da un po’, per formare una nuova classe di dirigenti che abbia al centro dei propri interessi il benessere della persona e della società nel suo complesso. Il futuro, anche dell’azienda, è vicino. Tu che fai, sali a bordo o resti indietro?