Perché Accademia della Felicità?
Il tema della felicità è stato dibattuto nei secoli da filosofi e pensatori, è stato snobbato, etichettato come naïf, recuperato in tempi moderni e riportato in auge dal mondo della crescita personale. Un fatto è certo: tutti abbiamo espresso almeno una volta nella vita il desiderio di essere felici.
Di cosa parliamo quando parliamo di felicità?
Il problema con la felicità è che è un concetto astratto: etereo, impalpabile, irraggiungibile. E questo è anche parte del suo fascino. Diventa difficile rispondere alla domanda “che cos’è la felicità?” se restiamo su un piano di pura astrazione. Ma se riportiamo la felicità con i piedi per terra, nelle nostre vite di persone che lavorano, amano, vivono tutti i giorni, ecco che la felicità acquista consistenza e peso.
Si può raggiungere. Meglio: si può imparare.
Ha senso oggi parlare di felicità?
Dopo la Pandemia del 2020 ci siamo chiesti se in questo periodo storico avesse senso parlare di felicità. La nostra risposta continua a essere un deciso e convinto sì.
È vero, i prossimi anni dell’umanità saranno di profonda mutazione e straniamento. Ma stiamo vivendo anche il momento potenzialmente più trasformativo che forse ci capiterà mai di vivere.
Dopo il 2020 ci siamo trovati da un giorno all’altro catapultati da una situazione di normalità a una situazione surreale, in cui abbiamo dovuto completamente riformulare il concetto stesso di normalità. Per molti di noi è stato un momento di introspezione, di solitudine positiva, di esplorazione e grande scoperta di sé.
Abbiamo praticato la resilienza, siamo stati a stretto contatto con le nostre emozioni, ci siamo ascoltati e abbiamo trovato dentro di noi desideri che ci hanno spiazzato. Abbiamo coltivato la gratitudine, compreso quali erano le relazioni più nutrienti, sviluppato una maggiore consapevolezza di noi. In una parola: la felicità.
La felicità coincide con il lavoro che facciamo per vivere?
Uno dei temi diffusi delle persone che si sono rivolte e si rivolgono ad Accademia della Felicità è la convinzione che la loro condizione di insoddisfazione – ossia di infelicità – dipenda dal loro lavoro. Arriva un momento nella vita in cui una persona vuole fare un lavoro creativo, senza chiedersi cosa questo voglia dire. In Accademia ci focalizziamo molto sul tema del talento, proprio per questo motivo. Spesso le persone non si fanno le domande chiave: cosa significa fare un lavoro creativo e di cosa hanno bisogno – risorse finanziarie e pratiche, ad esempio – per mettere in atto quel tipo di lavoro?
Dobbiamo abbandonare l’idea romantica che esista il lavoro giusto che ci aspetta da qualche parte e che, quando faremo quel lavoro, saremo finalmente felici. Non esiste un lavoro che ci rende felici, ma una vita che ci rende felici. Molte persone che lavorano in azienda pensano di essere infelici mentre quello che manca loro è una maggiore rotondità quotidiana, ossia dare il giusto peso a tutti gli altri aspetti della vita che non sono il lavoro. Riequilibrare questi aspetti ci aiuta a cambiare la percezione di tutta la nostra vita.
Da dove si inizia a fare scelte consapevoli?
Il punto di partenza è sempre quello dove ti trovi in questo momento.
C’è un’unica regola: non barare, raccontati la verità.
Prenditi il tuo tempo, ascoltati senza filtrare i tuoi pensieri. E poi vedi cosa succede.
Se vorrai proseguire il tuo viaggio verso una vita felice, siamo certi che in Accademia troverai degli spunti utili ed efficaci per continuare il tuo cambiamento.
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