Il concetto di work-life balance, il tanto agognato equilibrio tra vita privata e professionale, circola in Italia in ambito business già da alcuni anni. È una delle tante espressioni mutuate dal mondo imprenditoriale statunitense, dove il mito dell’uomo e della donna che lavorano senza orari viene perpetrato con ogni mezzo di comunicazione. In quel contesto, il tema del work-life balance è diventato la risposta al modello del manager rampante. Nel nostro Paese, se ne è parlato in particolare tra i freelance, un ambito in cui è facile perdere di vista la giusta misura tra il tempo dedicato al lavoro e il tempo per sé. Di recente, il concetto di work-life balance è diventato mainstream, in seguito al fenomeno conosciuto come Great Resignation, le Grandi Dimissioni, che ha visto molte persone, soprattutto i cosiddetti Millennials, interrogarsi sulle priorità della vita. È un tema caldo, che pone una domanda fondamentale: cosa siamo disposti a sacrificare in nome della produttività?
Che cos’è il work-life balance e perché conviene a tutti
L’equilibrio tra vita privata e professionale è uno stato in cui una persona è in grado di dare lo stesso valore, e dunque la stessa importanza, alle ore dedicate alla propria vita personale e al proprio lavoro. Ci sono molti motivi per i quali questo equilibrio si può incrinare, da un lato o dall’altro, tra i quali:
- aumento delle responsabilità professionali in seguito a una promozione o a un cambio di ruolo
- ore extra di lavoro dovute a particolari situazioni di emergenza sul lavoro
- aumento delle responsabilità in famiglia, a causa dei figli piccoli o di un parente malato
- nascita di figli e nuova gestione del ménage familiare
Un buon work-life balance ha numerosi effetti positivi, come un minor rischio di burnout e un accresciuto senso di benessere. Promuovere il work-life balance in ambito lavorativo è vantaggioso anche per le aziende. Gli impiegati soddisfatti si assentano meno e sono più propensi a condividere i valori aziendali. Le organizzazioni che durante la pandemia hanno promosso una politica di flessibilità, ne hanno ricavato dipendenti più leali e grati.
Un’alternativa all’equilibrio: l’integrazione
Per molti anni abbiamo dato per assodato che il modello “giusto” da applicare fosse quello di sacrificare tutto ciò che ci piace e che ci dà gioia con l’obiettivo di avere successo nella carriera. In realtà, diversi studi hanno dimostrato il contrario. Riusciamo ad avere più successo e a essere più performanti, ci stressiamo meno e ci sentiamo più in armonia con gli altri, quando integriamo alla perfezione nella nostra vita 4 aspetti dominanti: carriera, famiglia, comunità (cerchia di amici e conoscenti), benessere personale (mente, corpo, spirito). Riuscendo a mantenere attiva ciascuna di queste aree, la nostra vita migliora. Il modello dell’integrazione parte dall’idea che le aree della nostra vita non sono separate ma interconnesse tra loro e si arricchiscono a vicenda, anziché partire dall’assunto che una o più parti debbano essere sacrificate a favore di un’altra. Nelle aziende in cui è stato applicato questo modello, le persone hanno cominciato a dedicare più tempo alla loro vita privata ma questo non si è tradotto in un peggioramento della loro performance professionale. Gli impiegati che hanno dato spazio ai loro interessi, si sono dimostrati più focalizzati, meno distratti e più proattivi.
Perché è importante integrare tutte le aree della propria vita
Conosci la ruota della vita? È un esercizio molto comune nel coaching. Per fare una valutazione dei diversi aspetti della propria quotidianità, si usa un diagramma “a torta” diviso in tante fette, a ciascuna delle quali vengono assegnati un’area (lavoro, famiglia, tempo libero…) e un voto da 1 a 10. Negli Stati Uniti è stato sottoposto questo esercizio a un gruppo di lavoratori, per capire il livello di soddisfazione percepito. Il voto medio per ciascuna area è stato 5, con una sola delle 4 aree dominanti che aveva un voto considerato soddisfacente. Se ne deduce che siamo ancora lontani dal modello dell’integrazione e identifichiamo il benessere o la soddisfazione personale con una soltanto delle quattro macroaree di riferimento. Se anche tu pensi che la tua felicità dipenda dall’affermazione sul lavoro o da una relazione di coppia felice, per esempio, come puoi integrare le altre aree, in modo tale che la tua vita fluisca armoniosamente?
Come applicare il modello dell’equilibrio o integrazione tra vita privata e professionale
- Definisci i tuoi valori e la tua visione. Per creare armonia e connessione tra le varie parti della tua vita, comincia dal chiederti quali sono i tuoi valori e la tua visione. Devi guardare dentro di te per sapere quali sono davvero le tue priorità. Cosa conta di più per te? Qual è il percorso che hai fatto? Dove vuoi andare? Se non sai formulare la tua visione, prova a immaginarti tra 15 anni e chiediti dove sei e cosa stai facendo. Descrivi la tua giornata minuziosamente: com’è la tua casa, dove abiti, come trascorri la giornata, con chi sei? Ma forse la domanda più importante è capire perché tra 15 anni sarai in quel luogo a compiere determinate azioni, perché questo determina l’impatto che vuoi avere nel mondo e l’eredità che stai creando per chi verrà dopo.
- Accetta il fatto che la giornata ideale non esiste. Se pensi che raggiungere un’integrazione tra vita privata e lavoro significhi suddividere equamente il tempo tra le varie attività rilevanti per te, forse non raggiungerai mai un equilibrio. Certo, sarebbe l’ideale ma non è quasi mai applicabile alla vita vera, fatta di imprevisti e incombenze da gestire. Cerca l’armonia, più che la perfezione. Ci saranno giorni in cui il lavoro richiederà la tua totale attenzione, altri in cui potrai dedicarti alla famiglia o ai tuoi interessi. L’equilibrio si misura sul lungo periodo, non prendendo in esame la singola giornata. Se hai bene in mente valori, visione, obiettivi e priorità, ti sarà più semplice applicare un modello fluido.
- Stacca, almeno ogni tanto. Ci lamentiamo che il lavoro risucchia anche il nostro tempo libero ma la verità è che non sappiamo mai staccare completamente. Imponiti di non controllare le email di lavoro dopo una certa ora e, quando stacchi, fallo soprattutto con la testa. Prenditi dei momenti, anche brevi, per spegnere tutti i device elettronici e focalizzare la tua attenzione sulla presenza. Se meditare ti viene naturale, puoi farlo. Ma per allenare la presenza, basta esserci al cento per cento in quello che fai al di fuori del lavoro.
- Stabilisci dei confini netti tra vita privata e lavoro. Sia che lavori in presenza o da remoto, definisci degli orari di lavoro e rispettali. Se hai la possibilità, usa smartphone e laptop aziendali, così da poterli spegnere dopo una certa ora. Fai in modo che i tuoi colleghi e i tuoi dipendenti sappiano che non devono disturbarti durante il tuo tempo libero, a meno di urgenze improrogabili. Per fare in modo che i confini funzionino, devi essere tu la prima persona a non oltrepassarli, altrimenti anche tutti gli altri si sentiranno autorizzati a fare altrettanto.
L’equilibrio tra vita privata e lavoro o, se vogliamo, l’integrazione tra questi aspetti significa per ogni persona qualcosa di diverso. Per questo motivo è importante chiarire la propria visione, in modo da sapere quali sono gli obiettivi a lungo termine da perseguire e in che modo intervenire sulla propria routine per arrivare a realizzare quella visione. Se fai fatica a stabilire le tue priorità e a visualizzare il tuo futuro, un percorso di coaching potrebbe esserti molto utile. Fissa l’incontro zero gratuito con uno dei nostri coach. Ti aspettiamo in AdF!