Tornare alla normalità o, se vogliamo, a una “nuova normalità” è stato il desiderio che abbiamo coltivato negli ultimi due anni, dopo i vari lockdown e le limitazioni imposte dai governi in seguito all’emergenza sanitaria. Non eravamo preparati a quello che avrebbe comportato il ritorno alla normalità. Non sapevamo quale impatto l’isolamento forzato avrebbe avuto sulla nostra capacità di interagire con le altre persone e con il mondo esterno.
Poi è successo: molti di noi sono tornati al lavoro, a scuola, alle solite cose, pur mantenendo distanze e precauzioni, solo per scoprire che la normalità era un concetto che andava ripensato e connotato di nuovi significati. Questo passaggio non è stato indolore, ha creato stress, disagi emotivi, ansia diffusa, tanto che nell’ambito della salute mentale sono state coniate definizioni varie che si riferiscono a sindromi o reazioni dovute alla pandemia. Si parla, per esempio, di Post-Pandemic Blues o Stress o Loneliness (tristezza, stress o solitudine post-pandemici) e persino di FONO (Fear Of Normal, paura della normalità).
Un dato di fatto: le nostre vite sono cambiate
Una delle conseguenze inaspettate della pandemia è che ci ha fatto cambiare il nostro stile di vita. L’isolamento ci ha dato ampi spazi di riflessione. Abbiamo avuto tempo per noi, per le nostre passioni, per tutto quello che prima della pandemia ci era mancato. Abbiamo rimesso in discussione le nostre priorità e abbiamo, chi più chi meno, fatto scelte importanti per le nostre vite. Se sul piano mondiale questa presa di coscienza è stata evidente ed è sfociata nel fenomeno che ha preso il nome di Great Resignation, sul piano micro ha portato dei cambiamenti che hanno avuto comunque un forte impatto. Molte coppie non hanno retto alla convivenza forzata e hanno interrotto relazioni anche di lunga data. Altre, invece, hanno portato la loro relazione a livelli successivi. In pandemia sono stati concepiti molti bambini e tanti giovani hanno rivalutato il matrimonio. Molte persone hanno cambiato casa, scegliendo di stare in campagna o di prendere un appartamento con terrazzo. Benché siano state individuali, queste scelte hanno rotto gli equilibri preesistenti e creato nuovi trend. Soprattutto, hanno aperto un divario tra chi ha usato la pandemia per portare dei cambiamenti più o meno importanti nella propria vita e chi, invece, ha aspettato pazientemente che il peggio passasse. Il Post-Pandemic Loneliness, per esempio, è tipico delle persone che, dopo la pandemia, si sono ritrovate ancora più sole perché i loro amici si sono trasferiti o hanno deciso di mettere su famiglia.
Come affrontare le sindromi post-pandemiche
Anche chi ha scelto volontariamente di cambiare la propria vita può fare molta fatica a tornare alla normalità e può sperimentare tristezza, abbattimento, spaesamento. C’è chi convive con la paura del contagio o degli spazi ampi o dei luoghi gremiti di persone. Insomma, i motivi di malessere legati alla fine dell’emergenza sanitaria possono essere tanti. Il comune denominatore di queste nuove sindromi post-pandemiche è il senso di disagio e lo stress che causano in chi ne è affetto. Per prima cosa, concediamoci tutto il tempo che ci serve: ci metteremo un po’ a ricostruire una nuova normalità. Se stai facendo fatica a gestire la situazione, voglio lasciarti dei suggerimenti da mettere in atto quando ti senti in preda allo stress e allo sconforto.
- Monitora come ti senti e accettalo. Ogni volta che provi paura, stress o disagio, fermati un momento e individua la causa scatenante di quelle sensazioni. Magari programmare un’uscita in un pub con gli amici ti ha stretto lo stomaco o prenotare un volo ti ha fatto girare la testa. Se riesci a trovare l’origine della sensazione fisica, fai un bel respiro e, senza giudicarti, metti in pausa ciò che ti ha provocato disagio. Forse hai ancora bisogno di tempo prima di buttarti nel mondo. Non c’è fretta.
- Stabilisci i tuoi confini e procedi all’andatura giusta per te. Prendi solo le decisioni che ti fanno stare bene. Fai un passo alla volta e segui il tuo ritmo. Se i luoghi affollati ti creano ansia, nessuno ti obbliga a frequentarli.
- Comunica i tuoi bisogni in modo aperto. Se i tuoi familiari o i tuoi amici stanno pianificando vacanze all’estero o feste da mille invitati e tutto questo non ti mette a tuo agio, dillo in modo molto chiaro. Non temere di apparire debole: non c’è nulla di male nel comunicare le proprie esigenze.
- Prenditi del tempo per te. Mai come in questa fase hai bisogno di attività che ti ricarichino di energia e ti riempiano di gioia. Più starai bene facendo le cose che ti piacciono, più avrai voglia di cominciare a condividere il tuo tempo con le altre persone.
- Dormi a sufficienza. Il sonno è uno dei primi segnali metabolici del fatto che c’è qualcosa che non va. Se è da tempo che non riposi bene e hai un sonno agitato, puoi ricorrere a rimedi naturali che favoriscano il sonno. Se non basta, rivolgiti al tuo medico.
- Sii gentile quando ti parli. È facile giudicarsi e sentirsi da meno rispetto agli altri quando viviamo una condizione di disagio emotivo. Questo può ripercuotersi sul nostro dialogo interno, che tende a diventare giudicante. Cerca di trattarti come faresti con un amico e ricordati che questa pandemia ha avuto un impatto su tante persone che probabilmente, proprio come te, stanno vivendo una qualche forma di malessere. Te la sentiresti di giudicare queste persone? Non farlo nemmeno con te.
Poco per volta, saremo in grado di ripristinare un nuovo equilibrio che potremo chiamare normalità. Nel frattempo, possiamo decidere ciò che è in nostro potere: che tipo di persone vogliamo essere e quali cambiamenti portare nelle nostre vite. Se la pandemia ci ha lasciato qualcosa da imparare, che sia una lezione sulla consapevolezza dei nostri desideri e sui valori su cui basare le nostre priorità.