Master Series: Flavia Ingrosso

Questo mese, per la nostra rubrica Master Series, sentiamo cosa ha spinto Flavia Ingrosso a fare il Master in Coaching di ADF e come è cambiata la sua vita durante e dopo questo percorso. Vi ricordiamo che sono aperte le iscrizioni per il nuovo Master in partenza il 30 settembre: fino alla fine del mese di giugno è in offerta speciale al costo di sole 2000 euro + IVA. 

Chi sei e che cosa fai?

Mi chiamo Flavia Ingrosso, ho 42 anni, sono pugliese e insieme a mio marito e a tanta altra bella gente da quasi quindici anni vivo a Torino, città dalle molteplici sfaccettature a cui gradatamente mi sto adattando, con più o meno facilità. Amo la musica e i libri, da anni ho la fortuna di lavorare in ambito biblioteconomico-musicale e collaborare con la casa editrice Einaudi. Ma ora non solo questo.

Perché hai fatto il Master in coaching?

A inizio 2016 ho deciso di frequentare il Master in coaching perché sentivo l’esigenza di cambiare qualcosa nella mia vita e avevo bisogno di stimoli che altrove non riuscivo a riconoscere.

Speravo di trovare la chiave giusta per riuscire a far emergere parti di me, lasciate nell’ombra, alle quali non sapevo ancora dare un nome. Soprattutto speravo di ritrovarmi in gruppo con persone che, per quanto diverse da me, mi somigliassero nei valori di base e mi aiutassero a trovare nuova linfa vitale con le loro esperienze di vita. Non sono rimasta delusa.

Che benefici hai avuto?

Mi sono liberata da tutta una serie di strati di corteccia che negli anni mi avevano protetto dalle ingerenze esterne, ma al contempo anche isolato e soprattutto snaturato. Ho ritrovato la mia autenticità, sulla quale continuo a lavorare con meno fatica rispetto all’inizio, e sono riuscita a far emergere quei talenti che da tempo mi ribollivano dentro ma non avevano avuto la forza di venir fuori prima. Ho riscoperto la meraviglia per nulla scontata in chi mi sta accanto, ho conosciuto nuove persone che offrono ulteriore ricchezza alla mia vita, ho ritrovato vecchi affetti che col tempo avevo lasciato andare.

Quali sono stati i più grandi cambiamenti?

A livello personale sono molto più serena e consapevole ed entusiasta; ho rinunciato al controllo assoluto; mi sono concessa il diritto di non piacere a tutti e di non farmi piacere chiunque; ho imparato a dire più “no” riducendo notevolmente il mio senso di colpa; mi sento più forte a far sapere chi sono e cosa penso, senza paura del giudizio, conscia del fatto che anche su questo non posso fare previsioni corrette.

Lavorativamente parlando ho trovato molta soddisfazione durante le sessioni di coaching del tirocinio, in fase di ultimazione, e i risultati raggiunti da alcuni miei coachee e i feedback da loro ricevuti mi confermano di aver fatto la scelta giusta e che questa è una strada su cui voglio continuare a credere.

Cosa stai facendo oggi di diverso?

Da un anno lavoro sul progetto di Bookcoaching (fare coaching servendosi dello strumento del libro) insieme a Francesca Gambarotto: a maggio-giugno 2016 abbiamo tenuto un Ciclo di 2 incontri sul tema del Viaggio e Vacanze (con la collaborazione di Silvia Bartolucci) e da ottobre a marzo un Ciclo in 12 incontri sulla Solitudine, entrambi tenuti in tre librerie a Torino; da aprile a luglio siamo a Milano con un Ciclo di 5 incontri sulle Chiavi della Felicità, ospiti di Equi.Libri in Corvetto; il 20 maggio, inoltre, presso la Libreria Pantaleon di Torino ospiteremo l’illustratrice Simona Binni, autrice delle graphic novel Amina e il vulcano, Dammi la mano e Silverwood Lake, edite da tunué. Abbiamo molte altre idee di collaborazioni, compreso un progetto condiviso con un ospedale di Torino, sul quale tuttavia non vorrei ancora sbilanciarmi dato che è ancora in fase di studio e definizione. Riuscire a essere utile agli altri, con il valore aggiunto di farlo per mezzo dei libri, credo che sia uno di quei sogni che mai avrei pensato di trovare il coraggio di realizzare.

 

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Autore: Redazione

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