Hai mai provato quel brivido di piacere tipico di quando riesci a portare a termine una missione che si preannunciava impossibile? Riuscire a fare tutto, contro ogni pronostico, sacrificando tempo prezioso della tua vita per poter dimostrare che eri in grado di gestire la situazione per conto tuo e senza aiuto esterno? Ecco, sappi che avresti potuto fare meglio, meno e in minor tempo, se solo avessi chiesto una mano. Del resto, si tratta semplicemente di svolgere un compito, farti aiutare non sminuisce il tuo valore come persona. Oppure sì?
Perché facciamo fatica a chiedere aiuto?
Se fai un giro in una qualunque libreria, nella sezione bricolage o crescita personale, noterai che gli scaffali traboccano di manuali sul fai-da-te e di testi di auto-aiuto. Se hai il lavandino rotto, cosa fai? La prima opzione non sarà chiamare l’idraulico. Molto meglio cercare su YouTube un tutorial DIY (Do It Yourself), così magari risparmi tempo e denaro (spoiler: nella maggior parte dei casi, avrai solo perso tempo). I condizionamenti esterni pesano molto sul nostro mindset. Ci hanno insegnato che il valore di una persona è dato da diversi fattori: uno di essi è la sua capacità di saper fare tutto, in autonomia, senza dipendere dall’esterno. Il motivo principale per cui le persone fanno fatica a chiedere aiuto è per il timore di perdere potere: la persona che dà è quella che detiene il potere, mentre chi riceve è quella che il proprio potere lo cede. Quindi, se non sai accettare aiuto esterno, forse è perché non vuoi sentirti in una posizione di subordinazione rispetto a un’altra persona.
Chiedere aiuto: che ruolo giocano convinzioni e paure
Quando valutiamo l’idea di chiedere aiuto, perché siamo in difficoltà o perché c’è qualcosa che non sappiamo fare, a scoraggiarci fino a farci desistere sono alcune convinzioni. Per esempio:
- Se chiedo aiuto, devo ammettere di non saper fare questa cosa.
- Gli altri hanno cose più importanti da fare, non voglio dare fastidio.
- Non voglio approfittarmi della gentilezza e della disponibilità altrui.
- Se chiedo un favore a quella persona, poi sarò in debito nei suoi confronti.
Questi pensieri nascondono delle paure di fondo:
- di apparire incapaci o inetti o stupidi
- di infastidire l’altro con le nostre richieste
- di mostrare i nostri bisogni e i nostri limiti
- di mostrarci deboli e vulnerabili.
Il circolo virtuoso di dare e ricevere
Proviamo per un momento a spostare il focus e chiediamoci quali sono le conseguenze, se decidiamo di non chiedere aiuto:
- ci carichiamo senza motivo di un fardello che potrebbe essere condiviso e, quindi, alleggerito
- priviamo un’altra persona della possibilità e del piacere di fare qualcosa per noi.
Dare e ricevere fanno parte di un un ciclo ben diverso dal do ut des dei latini, che presupponeva un contratto di scambio. Nel prestare aiuto c’è una generosità animata da un sincero interesse per l’altro. Tutti noi abbiamo qualcosa da condividere: capacità, talenti, esperienze, contatti, connessioni, tempo, risorse, ospitalità. Se noi per primi impariamo a chiedere aiuto, le persone che ci danno una mano si sentiranno più rilassate quando toccherà a loro farlo.
Gli effetti benefici di chiedere aiuto
Delegare è un atto liberatorio, è incaricare un’altra persona di svolgere un compito sapendo che quel compito sarà portato a termine con scrupolo e attenzione, proprio come se fossimo noi a occuparcene. Quali sono gli effetti positivi che otteniamo, quando chiediamo aiuto?
- Mostriamo un grande coraggio perché ci stiamo fidando di qualcun altro. Ma ci stiamo anche fidando di noi: abbracciamo i nostri limiti a tal punto da riconoscere quando abbiamo bisogno di aiuto.
- Siamo in grado di provare gratitudine e, proprio come avviene quando facciamo o riceviamo un regalo, il corpo rilascia ossitocina, l’ormone della felicità.
- Impariamo a rispettare i tempi altrui, ci registriamo su un ritmo diverso dal nostro, apprendiamo un approccio ai problemi che ci arricchisce.
- Mostriamo il nostro lato umano che è, per definizione, imperfetto. In questo modo, incontriamo l’altra persona sul piano comune della vulnerabilità, che genera empatia e crea lo spazio per la crescita reciproca: la vita si co-crea scambiandosi esperienze condivise.
Come migliorare la capacità di chiedere aiuto?
Se sei “una persona che non deve chiedere mai”, all’inizio sarà dura. Ti sembrerà che chiedere aiuto ti metta nella posizione di dover ricambiare e, di conseguenza, di perdere la tua indipendenza.
- Trova un compromesso su cosa delegare. Stabilisci quali sono gli ambiti in cui accettare un aiuto esterno ti sembra ragionevole. Puoi iniziare con compiti molto specifici, per i quali c’è bisogno di avere delle competenze precise. Per esempio, se vuoi aprire un blog ma non sai da dove cominciare, forse è meglio delegare questa parte al tuo amico nerd piuttosto che fare un corso accelerato che magari ti darà risultati discutibili.
- Scegli le persone “giuste”. Quando chiedi aiuto, rivolgiti a persone che ti sono vicine, amici, familiari, conoscenti stretti, persone che ti vengono raccomandate da altre persone di cui ti fidi. In questo modo, troverai dall’altra parte disponibilità, ascolto, attenzione.
- Chiedi nel modo “giusto”. Quando avrai deciso a chi rivolgerti, spiega senza giri di parole qual è la tua difficoltà e ciò di cui avresti bisogno, in modo che la persona scelta possa valutare l’entità dell’impegno. Non offrirti di pagare il disturbo: questa non è una transazione. Stiamo parlando di un favore. Piuttosto, mostra la tua disponibilità a ricambiare, alla prima occasione utile.