Chi sei e cosa fai?
Mi chiamo Morena, ho 35 anni, introversa, minimalista, appassionata di decluttering e organizzazione, mi nutro di piccole cose e, se fosse per me, vivrei di lettura e scrittura.
In questo momento sono nel pieno di quello che mi diverto a definire il mio anno sabbatico.
Dopo 20 anni di lavoro in ambito aziendale e una laurea in mediazione linguistica e culturale, nel 2018 ho deciso che era giunto il momento di rimettere in discussione tutta la mia vita. A marzo di quell’anno ho dato le dimissioni.
Dico di proposito “rimettere in discussione tutta la mia vita” perché io ero e sono sempre stata il mio lavoro.
Ex perfezionista a livelli maniacali, indossavo ogni giorno l’elmetto per affrontare con grinta e responsabilità ciò che il destino mi avrebbe riservato. Mese dopo mese, anno dopo anno, mi sono persa, fino ad arrivare nel 2017: mi sono ritrovata in un baratro profondo di confusione, smarrimento e dolore. Ho deciso di riemergere aggrappandomi all’unico appiglio certo che aveva sempre retto agli scossoni che si erano susseguiti negli anni: lo studio.
Come sei approdata in Accademia della Felicità e cosa ti ha convinta a fare il Master in Coaching?
Era marzo 2018. Dopo una delle mie solite googlate dove digitavo la parola “Felicità” come chi cerca il Santo Graal, apparve il sito di AdF.
In quel periodo, proprio per le ragioni spiegate poco fa, avevo iniziato un corso online di Self Branding e Self Management presso un’università romana, ma soffrivo la distanza e la mancanza di partecipazione.
Sono una persona altamente sensibile, con un intuito molto forte che “sente” le persone e si nutre delle vibrazioni del mondo intorno, per cui seguire le lezioni online era parecchio frustrante per me.
Quell’anno avevo scelto come parola guida “fermento”.
L’ho trovato in AdF, una sera di inizio aprile, dove andai per trascorrere una serata diversa con la mia migliore amica.
Quella sera stessa decisi di frequentare il master dopo aver conosciuto Francesca Zampone.
Che benefici ha portato il Master in Coaching nella tua vita finora?
Gandhi diceva che la felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia.
Ecco, credo di esserci molto vicina; per la prima volta nella vita mi sento appagata e in equilibrio, e non più in perenne ricerca.
Il mio stile di vita, la mia immagine esteriore e i miei valori sono quasi perfettamente allineati, finalmente.
E poi, rido molto.
Il Master è un’occasione potente di ricerca interiore e crescita, ma anche una spettacolare cornice di scambi umani e professionali.
Quali sono i cambiamenti più grandi che hai introdotto in questi mesi di Master?
Credo che potrei racchiudere il percorso finora vissuto nella parola “autenticità”.
Mi sono riappropriata del mio passato, dei ricordi dell’infanzia e li ho rivalutati da un punto di vista che finora non ero stata in grado di intravvedere. Ho perdonato, soprattutto me stessa, con amorevole compassione e ho accettato e lasciato andare.
Questo primo passo ha generato nella mia quotidianità degli effetti sorprendenti: un sottofondo di serenità, misto ad un forte senso di gratitudine per il presente; vivere ogni giorno con estremo amore e rispetto per me stessa e per i miei confini personali, proteggendoli con cura proprio come faccio con mia figlia.
Mi sono ritrovata a riflettere sul rapporto con il mio corpo e sulle cause di un’alimentazione compulsiva che “magicamente” si è risolta nel momento in cui ho permesso ai ricordi del passato di riemergere.
Ho valutato tutte le presenze maschili della mia vita, mi sono sottratta alle persone tossiche che mi drenavano energia, ho confermato le amicizie storiche e l’amore per mia madre.
Potrei dire di aver riempito i vuoti della mia vita e liberato dello spazio dove era necessario.
Che cosa ti aspetti una volta finito il Master?
Di tutte, questa è la risposta più difficile da dare in questo momento.
Non so ancora cosa accadrà e forse non m’interessa ancora saperlo, in fondo sono sempre stata una fan del qui e ora.
Credo profondamente nel lasciare fluire gli eventi, senza forzarli. L’unica certezza che sento di avere, e che è stata una costante da quando ho messo piede la prima volta in AdF, è una sensazione di fiduciosa positività.
Qualsiasi cosa accadrà sarà quella giusta per me e ne ricaverò sicuramente un insegnamento per la mia crescita e un dono prezioso per il futuro.
Sono certa di voler terminare il master e portare a termine il tirocinio necessario per l’abilitazione alla professione; Adf rimarrà sicuramente il mio luogo dell’anima, punto di riferimento per la mia evoluzione umana e professionale.
Intanto, attraverso la vita con leggerezza…