Perché il Black Friday non soddisfa i nostri bisogni

Il Black Friday e i bisogni indotti

Ed ecco ancora un’abitudine che abbiamo copiato dagli Usa: è arrivato il Black Friday che, più che un venerdì, ormai dura per tutta una settimana, se non addirittura due. Tutto questo tempo dedicato a offerte scontate non fa che aumentare la nostra voglia di approfittarne. Anche se non abbiamo bisogno dell’ennesimo paio di scarpe nuove o, anche se sappiamo benissimo che il nostro smartphone va ancora più che bene.

Il marketing è maestro nel creare nuovi bisogni o nel solleticare i vecchi, ma noi come ci relazioniamo con certe offerte, che non svuotano solo il nostro portafoglio, ma anche la nostra autostima?

In questa domanda non c’è solo una risposta economica, c’è nascosta anche una questione culturale per non dire interiore. Conosciamo i nostri veri bisogni? Ne siamo padroni? O lasciamo che siano gli altri a dirci/imporci ciò di cui abbiamo bisogno?

Conoscere i propri bisogni ci aiuta a scegliere meglio

Fin dai suoi esordi, la psicologia ha cercato di definire quali siano i bisogni di un essere umano. Fu Abraham Maslow, però, nel 1943 con il suo testo La teoria della motivazione umana a decretare come alla base dei nostri comportamenti, o al meno alla maggior parte di essi, ci siano i nostri bisogni. Questi vengono schematizzati in quella che ancora oggi si chiama la Piramide di Maslow.

Piramide dei bisogni di Maslow Accademia della Felicità Milano

Alla base di questo triangolo suddiviso in cinque piani ci sono i nostri bisogni fisiologici: ossia mangiare, bere, ma anche dormire e vivere in condizioni di relativa stabilità per la sopravvivenza. Sopra di essi ci sono quelli di sicurezza, ossia avere un lavoro o una relazione, per esempio. Sopra ancora i bisogni di appartenenza, cioè il sentirsi gratificati dal lavoro che stava al livello inferiore o soddisfatti dalle relazioni che si stanno vivendo, siano esse amicali o amorose. Al quarto e penultimo livello ci sono i bisogni spirituali e di stima di sé, ovvero dove trovano spazio l’autostima, i successi personali e il rispetto da e verso gli altri.

Infine, in cima alla piramide, si arriva alla parte più aspirazionale in assoluto. All’ultimo gradino si vedono realizzati i bisogni di auto sviluppo, di vera crescita personale. Qui arriva solo chi, non solo ha colmato tutti i bisogni precedenti, ma non ne sente più la mancanza o la necessità e non vuol tornare indietro. Qui non si trovano a vivere solo gli asceti o i grandi artisti, ma anche tutte le persone che hanno fatto un grande e profondo lavoro sul proprio Io autentico. A partire dai tanti Black Friday che non solo il commercio sa offrire.

Come arrivare ai nostri bisogni superiori

In che posizione sta il tuo ultimo acquisto? Al primo livello? Davvero era così essenziale quella giacca nuova? Forse sì e allora hai fatto bene ad acquistarla, ma la risposta non devi darla tu, né lo specchio. Deve arrivare dalla tua consapevolezza. Se anche lei conferma che quella giacca era un tuo bisogno reale la puoi tenere, altrimenti portarla indietro potrebbe essere una buona idea. Non solo per risparmiare, ma perché ti sentirai più leggera. Ti sei liberata da un falso bisogno, e solo così puoi fare spazio a quelli davvero autentici.

Chi ti influenza di più?

Per capire quali sono i tuoi bisogni autentici la prima cosa da chiedersi è che cosa ti influenza di più. O è meglio dire chi, perché alla fine sono le relazioni, anche quelle più sane, che agiscono su di noi, in modo più o meno palese. Queste influenze, non per forza devono essere negative. Anzi, speriamo che siano per lo più positive, ma quello che è importante realizzare è che si deve essere consapevoli di chi ci influenza e del come questo influsso avviene. Solo dopo un percorso di crescita personale, spesso, si comprende a pieno quali siano le vere sfere di influenza che “gestiscono” le nostre decisioni. O agiscono dietro le nostre quinte interiori.

Esercizio per difendersi dal Black Friday e capire i propri bisogni

Un esercizio di coaching molto semplice ma potente è quello di disegnare un cerchio al centro di una pagina bianca e poi via via aggiungere più o meno vicino al nostro cerchio le altre sfere, quelle delle persone che a nostro avviso contano per noi, nel senso che il loro giudizio non solo lo ascoltiamo, ma spesso lo mettiamo in atto.

Che disegno ne è uscito? Chi ti influenza di più? Quante sono le sfere d’influenza? Rispondendo a queste domande puoi comprendere quanto i “tuoi bisogni” spesso sono indotti da altri. E magari imparare ad affermare quelli veramente autentici, perché vengono dal tuo Io più Autentico. Non dall’esterno.

Hai scoperto che dietro il bisogno di approfittare dell’ultima offerta del Black Friday c’era la tua collega che ogni mattina ti squadra sempre dalla testa ai piedi quando entri in ufficio per vedere se indossi i soliti vestiti? Oppure hai capito che insisti a comprare scarpe con il tacco perché piacciono a lui? E a te che cosa piace davvero? Senti il bisogno di apparire seducente come vuole l’ultima moda o provi la necessità di essere femminile a modo tuo? Questi due ultimi sono bisogni emotivi, non vitali come quelli fisiologici, ma non per questo meno importanti.

Qual è il tuo bisogno emotivo oggi?

I nostri bisogni emotivi sono quasi 2.000 e forse più. Eppure spesso riusciamo neppure a nominarli soltanto un paio. Non sappiamo dire che cosa sentiamo davvero necessario per il nostro benessere interiore; non siamo abituati e, spesso, non siamo a conoscenza dell’alfabeto emotivo di base. Magari, se si tratta di parlare di bisogni reali o primari, sappiano discuterne nei minimi dettagli; ma quando si sale al gradino superiore della Piramide, andiamo in blocco. Non sappiamo esprimere ciò di cui abbiamo davvero bisogno per stare bene con noi stessi. Perché?

E soprattutto come riuscire a dirci e a dire quali sono i veri nostri bisogni emotivi, che ci possono non solo aiutare a stare meglio, ma a farci vivere una vita più piena perché nostra?

Una spinta concreta per il cambiamento

Un grande aiuto pratico e con effetti immediati può venire dal life coaching. Spesso bastano poche sessioni per riuscire a mettere a fuoco quali sono i nostri veri bisogni, quelli più autentici, che magari non esterniamo per paura di sembrare egoiste, o solo perché ci hanno insegnato che le brave bambine hanno poche necessità.

Riconoscere i nostri veri bisogni serve a riconoscersi, non solo come donna o uomo senziente, ma anche come essere umano che in quanto tale ha diritto a vivere relazioni affettive ricche e vite piene, dove sentirsi sempre a proprio agio e in potere. Anche se questo significa scoprire, un bel giorno, che c’è il Black Friday ma non ci interessa.

Autore: Valentina Speranza

Sono giornalista professionista e mi sono quasi sempre occupata di salute. «Perché la salute?» «Perché cosa c’è di più importante di stare bene» rispondevo a chi 20 anni fa era stupito che sui giornali “seri” si potesse scrivere di benessere. Stare bene con se stessi, con gli altri. Nel corpo e nella mente. Sono questi gli argomenti di cui scrivo per varie testate nazionali. Sempre grazie a questi temi mi sono avvicinata al Coaching e, sempre per la ricerca di BenEssere, nutro da anni una grande passione, quella per i fiori. No, non in vaso, in boccetta: i Fiori di Bach. Loro, con le brioche alla crema, sono il mio porto e il mio mare. Perché dimenticavo, amo molto viaggiare. Non solo con la mente.

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