Colloquio di lavoro: una pratica per mettersi in gioco
Premessa doverosa da parte nostra: sappiamo che molti di voi pensano che Accademia della Felicità non abbia nulla a che fare con tutto ciò che riguarda carriera, aziende e lavoro in ufficio perché tutto quello che pubblichiamo riguardo come trasformare la propria passione in lavoro ottiene davvero moltissimi consensi.
E invece noi pensiamo entrambe le cose: che si possa esprimere il proprio potenziale trasformando una passione in lavoro, ma che si possa anche esprimere il proprio potenziale in azienda, muovendosi all’interno del contesto lavorativo in modo da supportare la costruzione di un percorso di carriera autentico.
Come aumentare le possibilità di trovare lavoro
La felicità può arrivare in entrambi i modi (in azienda o da libero professionista): sta ad ognuno di noi scegliere quale strada è per lui quella migliore. Prima però di poter essere felici sul lavoro, è necessario ottenerlo, quel lavoro. Quindi abbiamo deciso di (ri)cominciare a fornire spunti di riflessione sull’argomento carriera. Sia che vi proponiate sul mercato del lavoro per la prima volta o che vogliate cambiare azienda il CV è sempre il punto di partenza.
Il post di oggi è dedicato al colloquio e, in particolare, ad alcuni errori che sembrano innocui ma che possono invece ridurre drasticamente le possibilità di ottenere il lavoro per il quale vi siete candidati. Ok, è vero, chi sta cercando lavoro da tempo, questi consigli li conosce già, ma abbiamo pensato che a qualche “novizio” della ricerca possano fare bene. Come dire: repetita iuvant.
I 5 errori più comuni che si fanno durante un colloquio di lavoro
Oggi inoltrare la propria candidatura è semplice e veloce, i responsabili della selezione ricevono davvero una quantità enorme di CV in poco tempo e nella maggior parte dei casi il candidato non ottiene nessun feedback (se non una mail automatica di conferma ricezione della candidatura). In un contesto simile, quando il telefono squilla o vi arriva un email di conferma e si viene invitati ad un colloquio, sembra quasi di aver vinto la lotteria. La fila dei candidati è lunghissima mentre la rosa dei “colloquiati” è già più ristretta. Per non perdere in partenza, abbiamo selezionato 5 errori comuni che vanno assolutamente evitati durante un colloquio.
1. Non ricordare “chi fa cosa”
Quando fate un colloquio, soprattutto se siete alla ricerca del vostro primo lavoro o siete alla ricerca di un’occupazione da molto tempo, sarete probabilmente tesi e, mentre il selezionatore avrà davanti a sé il vostro CV con tutti i vostri dati personali, voi dovrete contare solo sulla vostra memoria. Dovete fare lo sforzo di ricordare i nomi dei vostri interlocutori e le posizioni da essi ricoperte in azienda. Quando prendete accordi per il colloquio, quindi, chiedete sempre chi condurrà l’intervista e chi parteciperà. Ricordate i nomi e le posizioni aziendali e se possibile documentatevi sui vostri interlocutori (attenzione a non esagerare, per non sembrare troppo investigativi!).
Se visitate i profili dei selezionatori utilizzando Linkedin, fate attenzione ad impostare la privacy in modo corretto: andate in impostazioni, profilo, gestione della privacy, seleziona le informazioni che gli altri vedono quando visiti il loro profilo, e spuntate l’opzione che ritenete più idonea.
2. Arrivare tardi o di corsa al colloquio
Errore banale, forse, ma comune. Noi di persone che arrivano sempre in ritardo ne abbiamo viste molte. Non ci sono scuse per il ritardo. Non servono altre parole. Se volete che un colloquio di lavoro abbia buone possibilità di riuscire, preparatevi e organizzatevi per arrivare in tempo e con tranquillità. Se avete un colloquio importante per voi, prendetevi tutto il tempo necessario in agenda e liberatevi da impegni superflui o altri riempitivi che non sono prioritari e possono intralciarvi.
Arrivare di corsa e trafelati a un colloquio non è una bella mossa: sarete agitati e il vostro respiro affannato non permetterà al vostro cervello di funzionare correttamente. Quindi, ricapitolando: mai arrivare tardi e nemmeno arrivare di corsa a un colloquio di lavoro.
3. Rimanere in silenzio o dare risposte preconfezionate
Prendere un momento per raccogliere le idee e organizzare la risposta è assolutamente accettabile. Non è invece accettabile ascoltare la domanda e rimanere in silenzio perché non si sa cosa dire. Alcuni “classiconi” a cui è non è semplice dare una risposta o che possono mettere in difficoltà sono:
- Qual è il suo più grande punto di debolezza?
- Perché sta cercando un nuovo lavoro?
- Dove si vede tra 5 anni?
- Perché dovremmo scegliere Lei tra tutti i candidati?
Preparatevi la risposta in anticipo, non improvvisate. Eventualmente potete leggermente modificare il tiro a seconda delle informazioni che vi sono fornite durante il colloquio circa la posizione o l’azienda. Fate però attenzione a non cadere nell’errore opposto, ovvero in quello delle risposte “preconfezionate”, come ad esempio elencare aree di miglioramento o punti di forza in maniera generica e/o poco inerenti alla sfera lavorativa. Connotate la risposta, se potete. Rendetela vostra.
Considerate anche che a parità di competenze e conoscenze tecniche, la differenza la fanno le attitudini e le capacità relazionali delle persone. Dosate quindi le risposte creando un adeguato mix di competenze tecniche, manageriali e attitudini personali.
4. Non avere referenze
Se non siete agli inizi e se vi state candidando per una posizione di discreto livello, portare delle referenze può rivelarsi una mossa vincente e, comunque, sempre meglio avere qualche referenza “in tasca” nel caso in cui vengano richieste apertamente. Le referenze possono riguardare sia persone con cui avete collaborato sia progetti che avete realizzato. Nel secondo caso, per alcune professioni, una modalità per rendere visibile le proprie capacità può essere quella di preparare una sorta di “portfolio” di alcuni progetti gestiti con relativi KPI, numeri, fatturato e altre indicazioni che provino la bontà del progetto.
Nel caso invece di referenze, secondo il senso più standard del termine, ricordate che Linkedin offre la possibilità alle persone con cui avete collaborato di offrire un feedback sul vostro operato. Prima di approvare qualsiasi “recommendation” leggete bene quanto è stato scritto e approvate/rendete visibili solo i commenti che davvero ritenete importanti e coerenti con i vostri obiettivi di carriera. Se notate qualche commento fuori luogo non approvate il feedback oppure non rendetelo visibile. Se la situazione e le relazioni lo consentono potete anche chiedere una revisione del commento stesso all’autore.
5. Non fare domande
L’ultima domanda di quasi tutti colloqui è “Lei ha altre domande o curiosità?”. Non avere domande può essere interpretato come un segnale di mancanza di preparazione, mancanza di interesse e di curiosità. Le domande devono tuttavia essere inerenti, centrate, pensate e in linea con quanto vi è stato raccontato circa l’azienda e la posizione. Prepararsi in anticipo 5-6 domande (dopo aver consultato il sito aziendale, riletto la job description, ecc.) dimostra interesse, precisione, partecipazione e cura.
Avete altri suggerimenti da condividere con chi sta cercando un nuovo lavoro? Cosa avete imparato in base alla vostra esperienza? Cosa ha funzionato e cosa no? Siamo curiosi di leggere le vostre risposte che potranno essere di aiuto a chi, in questo momento, sta cercando lavoro.
Per chi fosse interessato a cambiare lavoro e trovare finalmente la professione giusta, più allineata ai propri valori e desideri, mettiamo a disposizione:
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