Arriva puntuale in un percorso di coaching il momento in cui la mia coachee si cruccia perché ritiene di non avere alcun talento. L’idea alla base di questo struggimento è che il talento sia una qualità sovrannaturale, una sorta di soffio divino di cui si viene investiti alla nascita. In quest’ottica, il talento sarebbe quindi una caratteristica innata, scritta nel DNA, che consente alle persone di svolgere una determinata azione in modo impareggiabile e senza alcuno sforzo. Ma è davvero così?
Una possibile definizione di talento
Il talento è dato dalla somma di qualcosa che ti piace fare + qualcosa che sai fare bene + qualcosa che gli altri ti dicono che sai fare bene. Il talento, per poter essere considerato tale, deve unire 3 concetti: il concetto di piacere (provi una certa soddisfazione nel farlo), il concetto di facilità (riesci a farlo tutte le volte che vuoi, senza problemi) e quello di riconoscimento esterno (gli altri vedono con chiarezza che è una tua peculiarità). Questa definizione toglie il talento dal piedistallo sul quale lo mettiamo e dimostra che, in fondo, non è niente di speciale: chiunque può avere anche molti talenti.
Individuare i tuoi talenti: un esercizio diviso in 3 parti
Esiste un modo pratico per trovare i propri talenti? Ne esistono infiniti. Io ti propongo di partire dalla nostra definizione di talento e di fare 3 utilissime liste.
- Fai una lista delle tue passioni. Cosa ti piace fare? Cos’è che faresti per ore senza mai stancarti? Per aiutarti, prova a pensare anche al modo in cui passavi il tempo da adolescente o a quali sono le attività a cui ti dedichi nel tempo libero. Elenca le tue passioni, anche quelle che ti sembrano stupide o inutili. In questa fase, non stiamo valutando la produttività.
- Fai una lista di attività in cui sei bravo. È possibile che per questa lista si faccia sentire il tuo critico interiore, che ti dirà: non sei bravo in niente. Cerca di zittirlo abbassando i tuoi standard. Non si tratta di capire in quale disciplina potresti stabilire un record mondiale ma di pensare a cose che ti vengono bene, anche a detta degli altri. Sei bravo a preparare la valigia, a parlare in pubblico o a fare il tiramisù, per esempio. Questa lista deve avere almeno 10 voci.
- Chiedi agli altri di fare una lista delle tue competenze. Seleziona amici, colleghi, persone fidate a cui chiedere secondo loro in cosa sei bravo. Molto spesso, infatti, il vero problema è che non riusciamo a riconoscere i nostri talenti. Per te potrebbe essere normale fare la valigia utilizzando tutto lo spazio in modo razionale ma, se vedessi come la faccio io, forse non ti sembrerebbe più così scontato. Le persone che ci guardano dall’esterno possono darci indicazioni preziose sulle nostre capacità. Quindi, metti da parte l’imbarazzo e chiedi un feedback.
Ogni voce che ricorre in tutti e 3 gli elenchi è un tuo talento.
Cosa fare ora che hai individuato i tuoi talenti?
Non tutti i tuoi talenti sono utili ai fini pratici. Chiediti innanzi tutto perché ti interessa così tanto metterli a fuoco. Nella mia esperienza, i motivi più frequenti sono 2:
- Vuoi cambiare lavoro e hai deciso di puntare sui tuoi talenti. In questo caso, tieni sulla tua lista solo quelli che potrebbero essere spesi da un punto di vista lavorativo. È possibile che l’ordine e la capacità di razionalizzare gli spazi siano una tua caratteristica peculiare. Come si può declinare questo tuo talento in un lavoro? Un suggerimento: se decidi di utilizzare un talento per farne una professione, cerca di testarlo prima nella realtà. Siamo portati a idealizzare un lavoro perché non sappiamo come funziona. Cerca di capire esattamente in cosa consiste la professione che vorresti intraprendere e prova a metterti in contatto con qualcuno che la svolge già, così da potergli fare tutte le domande che ti aiutino a chiarire i tuoi dubbi.
- Vuoi distinguerti dalla massa. Benché il talento non sia niente di speciale, a ossessionare molte persone è proprio il desiderio di essere speciali. Esse credono che un talento fuori dal comune le riscatterà da una vita di anonimato. Se la tua motivazione è questa, forse ti stai facendo le domande sbagliate. Prova piuttosto a puntare sulla prima lista, coltivando di più le tue passioni. Se ti concentri sul rendere la tua vita soddisfacente, non avrai bisogno di sentirti “speciale” agli occhi degli altri.
In generale, non sarà un talento a renderti interessante o vincente. A fare la differenza sarà l’impegno che ci metterai per coltivarlo. La perseveranza, la disciplina, la capacità di rimetterti sempre in discussione e di ricominciare senza scoraggiarti sono le qualità che ti aiuteranno a raggiungere i tuoi obiettivi. Perché, da solo, il talento non è niente di speciale.