Alla base di una comunicazione efficace c’è l’empatia, la capacità di comprendere gli stati d’animo altrui. Come si fa? Si ascolta. Ascoltare – che non vuol dire semplicemente sentire – è il primo passo verso un rapporto sincero e di qualità. Qualunque sia la tua professione, la tua provenienza, sesso o età, l’ascolto è quella cosa semplice e gratuita alla quale tutti possiamo attingere per migliorare le nostre relazioni.
Nel coaching, e non solo, si parla di ascolto attivo. Chiamato talvolta anche ascolto empatico, indica un ascolto completo e totale dell’interlocutore. Comprende, quindi, uno stato d’animo attivo, di curiosità, verso l’altro, volontà di apprendere qualcosa di nuovo, e assenza di pregiudizio e condizionamenti esterni. Quando ascoltiamo attivamente non giudichiamo, non permettiamo alle nostre credenze e nemmeno ai nostri valori di condizionarci. L’ascolto attivo ci serve ogni giorno per comprendere meglio che cosa ci richiedono capi e colleghi, e capire le emozioni di familiari e amici. Così che la qualità delle nostre relazioni, personali o professionali, migliori e ci renda più felici.
L’ascolto passivo, a differenza di quello attivo, è limitato al silenzio e all’inattività di fronte all’interlocutore. Quando siamo distratti e pensiamo ad altro, mentre qualcuno ci sta parlando, stiamo ascoltando passivamente, sentiamo solamente rumori esterni, ma non stiamo davvero Ascoltando.
Il primo a parlare di ascolto attivo ed empatico è stato lo psicologo americano Thomas Gordon. Ma anche in Italia abbiamo diversi sostenitori di questa pratica alla base della comunicazione potente: Daniele Trevisani, ad esempio, è autore del libro di successo Ascolto Attivo Ed Empatia – I Segreti di Una Comunicazione Efficace, che spesso consigliamo agli studenti di ADF.
Come praticare l’ascolto attivo
Anche se non sei un coach di professione, puoi imparare a utilizzare l’ascolto attivo per migliorare le tue relazioni. Ecco alcuni suggerimenti per predisporti ad ascoltare l’altro in modo attivo ed empatico:
- Libera la mente dai pensieri e preoccupazioni. Se ti aiuta, scrivi tutto quello che ti passa per la testa su un foglio, prima di metterti all’ascolto dell’altro. Solo a mente fresca e leggera saprai ascoltare.
- Accogli le parole dell’altro, ma anche i suoi silenzi, i gesti, i movimenti del viso e delle mani. Non giudicare.
- Non avere fretta di dire la tua. Ora è il tuo turno per l’ascolto. Parlerai dopo. Se cominci ora a pensare cosa dire, perderai di vista le emozioni del tuo interlocutore.
- Attiva la tua curiosità. Sii sinceramente interessato all’interlocutore. Immagina che il suo racconto siano le pagine di un libro: stai piano piano scoprendo cosa accadrà nel prossimo capitolo…
- Dai prova all’altro del tuo ascolto attivo: annuisci, fai piccoli cenni con la testa, sbatti le palpebre. Gesti che facciano capire al tuo interlocutore che ci sei e stai ascoltando davvero, non passivamente.
- Quando fai una domanda, formula in modo aperto: Puoi spiegarti meglio? Che cosa intendi quando parli di…? Perché ti senti così? Approfondisci.
L’ascolto attivo ed empatico non è necessariamente una dote innata: si può esercitare, allenare e sviluppare. Ogni giorno prova per qualche minuto a mettere in pratica questi passi mentre hai una conversazione – con marito, moglie, figli, amici o colleghi. Dopo alcuni tentativi ti accorgerai dello straordinario potere che può avere sulla tua vita: le tue competenze comunicative, sia nell’ambito lavorativo che personale, miglioreranno nettamente. Immagina se tutti iniziassero a praticare l’ascolto attivo. Come ti farebbe sentire essere ascoltato davvero? Si sa, quando si comprende a fondo l’altra persona, le relazioni sono più felici.