Il tuo critico interiore è un disco rotto? Cambia canzone

Come sta il tuo critico interiore? Il mio – che, in realtà, è una lei – in questo periodo di lockdown ha dato il meglio di sé. L’impressione è di avere una coinquilina rompiscatole, che è sempre pronta a dirti cosa non va nella tua vita, cosa sbagli, perché non vai bene come sei. Naturalmente, il tutto con tono accusatorio, senza proporre miglioramenti, in un classico mood distruttivo. E sennò, che critico sarebbe? Il fatto è che la voce critica trova terreno fertile: conoscendo le tue vulnerabilità, ne approfitta per infierire. Quando accade in un momento di fragilità emotiva, in cui sei disposto ad ascoltarla, le conseguenze sono spesso le stesse: cominci a dubitare di te e delle tue decisioni, esiti, tergiversi, ti blocchi. Il critico non sempre ti critica apertamente, gli basta instillarti un dubbio: vuoi aprire un blog? Ma sei proprio sicuro? E dove trovi il tempo? Ma poi cosa hai da dire che non sia già stato detto? E se poi non ti legge nessuno? Chi te lo fa fare, meglio risparmiare tempo ed energie, non credi?

Il critico interiore è intelligente, furbo, conosce i tuoi punti deboli, le tue insicurezze, sa dove colpire per farti vacillare. E, tra l’altro, le sue intenzioni sono buone: vuole proteggerti, in un modo tutto suo. Ma il risultato è che, per eccesso di protezione, ti taglia le gambe – o ti tarpa le ali, a seconda di come vogliamo vederla.

Sorprendi il tuo critico interiore mettendo le distanze

Ognuno ha i propri leitmotiv, le proprie incertezze collaudate, che la voce critica – essendo il nostro alter ego – conosce benissimo. Migliorare il tuo dialogo interiore ti aiuta a cambiare la tua realtà. Se il tuo censore interno è particolarmente incalzante, prova a immaginare una conversazione telefonica tra di voi. Ma fallo in terza persona. Per esempio, nel mio caso, immagino la conversazione tra Giovanna e Mortifera (la mia simpatica coinquilina rompiscatole). Anche se sei consapevole che è un dialogo che avviene tra te e te, pensare alle due parti come fossero due personaggi ti consente di mantenere una distanza emotiva. Quindi, sarai più reattivo nella risposta e sentirai meno ansia. Inoltre, immaginarti come parte esterna rispetto al dialogo, ti farà essere più efficace: siamo molto più bravi a dare consigli agli altri che a noi stessi, perché non siamo coinvolti direttamente nel problema. Se il tuo critico ti muove sempre le stesse accuse, come un disco rotto, approfitta della distanza data dalla terza persona e prova a ipotizzare risposte più creative. Risposte, cioè, che la tua vocina non si aspetta e che, proprio per questo, la lasceranno spiazzata.

Cambia musica e alza il volume

Se ci pensi, il fatto che il tuo critico interiore ti ripeta le solite cose, che insista sempre sugli stessi punti, è un vantaggio: puoi anticipare cosa ti dirà e…cambiare canzone! Immagina che il tuo critico abbia una voce gracchiante e distorta, come in quelle stazioni radiofoniche su cui non riesci a sintonizzarti (e meno male che non sei sulla sua stessa lunghezza d’onda!). Puoi cambiare stazione o, quanto meno, abbassare il volume. Supponiamo che tu stia ascoltando la radio e che, a un certo punto, trasmettano una di quelle canzoni tristissime e disperate da spararsi in un piede. Cominci a incupirti e i tuoi pensieri diventano malinconici e negativi. Cosa fai? Spero che tu cerchi immediatamente una stazione che trasmetta una musica più allegra. Ora, invece, ipotizziamo una situazione opposta: sei un po’ giù di tono e passano alla radio una canzone che ami e che ti mette subito di buonumore. Sono certa che alzi il volume a palla, cominci a cantare e, se sei lontano da occhi indiscreti, anche a ballare. Ecco, prova a farlo anche con la voce critica e cambia canzone nella tua testa. Visualizza te stesso mentre spingi un bottone sulla tua immaginaria radio mentale, fino a quando non trovi una canzone che ti piaccia di più e ti faccia stare bene. Quella “musica” coprirà la voce petulante del tuo sgradevole coinquilino.

Crea la playlist della felicità

Puoi addirittura osare di più e portare la tua visualizzazione nella realtà. Crea una playlist delle tue canzoni della felicità, quelle che, quando le ascolti, qualunque cosa tu stia facendo, ti fanno fermare per iniziare a cantare. Si creerà, in questo modo, un segnale che il tuo cervello recepirà tutte le volte che metti su la tua playlist: basta critiche, è il momento del benessere. Certo, si tratta di un meccanismo temporaneo, che non sradica alla base il problema – che ha bisogno di un lavoro continuativo e puntuale. È comunque un espediente molto utile quando ti senti sopraffatto e hai bisogno di una tregua.

Ti regalo cinque delle mie canzoni dell’allegria così, se ti va, puoi aggiungerle alla tua playlist:

Lo so, avevo detto cinque ma mi sono fatta prendere la mano: perché mettere limiti al buonumore?

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