Chi viaggia tanto come me, con la mente oltre che con il corpo, quando si presenta parte sempre dalle origini: sono una calabrese itinerante. Per noi meridionali la valigia è nel DNA. A una certa età si parte e si viaggia verso un nuovo posto dove stare e un diverso modo di essere. A 18 anni mi sono trasferita a Roma per studiare Scienze Politiche Internazionali all’Università La Sapienza, una delle più grandi d’Europa, dove l’incontro con gente di ogni tipo era all’ordine del giorno. Ho scelto questa Facoltà perché avverto la vita come “servizio” senza frontiere di qualunque tipo! Sin da bambina subisco il fascino di paesi e culture diverse dalle mie. Confrontarmi con gli stranieri ha arricchito il mio bagaglio personale e non a caso ho lavorato per aziende straniere o italiane per il mercato estero.
Insieme a questa esigenza, ne ho sempre sentita un’altra: mettermi al servizio degli altri. Della mia vita professionale posso dire di essere soddisfatta e non considero questa conquista scontata: riconosco la fortuna, ma anche l’impegno e i sacrifici per arrivare ad amare ciò che faccio. Ma la vita è movimento e il movimento è cambiamento. E un anno fa ho sentito l’esigenza di spostare alcune caselle della mia per fare più spazio ad altro.
Conoscevo il coaching per aver letto alcuni articoli sull’argomento, ma è stato partecipando a un aperitivo culturale organizzato da Accademia della Felicità che ho capito quanto potesse essere utile in quel momento della mia vita. Il focus dell’incontro era lo space clearing e, infatti, è stato facendo ordine nella mia mente che in quella occasione mi è sembrato che tutti, con i loro consigli e le loro riflessioni, stessero parlando a me! Ho trovato molti spunti interessanti e così è stato naturale continuare a frequentare gli aperitivi culturali, il cui nome era intrigante: Magia Metropolitana.
Il cambiamento ti dà l’opportunità di sorridere, di stare bene, di avere una visuale più ampia ma porta anche dei rischi, stress e richiede impegno, pianificazione e coraggio. Prima che tutto ti sia chiaro si vive un momento di caos ed essere affiancata da un coach è come avere a disposizione qualcuno che ti dà un paio di occhiali migliori. Sono bastati pochi incontri con Francesca e il team di Accademia perché intravedessi ciò che poteva darmi la felicità. E uso esattamente questa parola perché a molti crea imbarazzo, come se non fosse possibile o non fosse un diritto essere felici. Ognuno di noi può esserlo, la sfida è trovare il proprio modo! Da queste prime prese di consapevolezza al Master in Coaching il passo è stato naturale. L’ho fatto per una crescita personale, almeno inizialmente! “Sì, ne ho bisogno”, mi sono detta e ho scoperto aspetti importanti di me, nel senso vero del termine, cioè ho alzato la coperta sotto la quale sonnecchiavano da sempre. Ho aperto il cassetto dei desideri e ci ho visto dentro! I miei sogni sono volati verso la luce come le farfalle. Finalmente è stato chiaro che voglio scrivere e aiutare gli altri e da quel momento sento come urgenze due azioni: creare e essere autentica.
Creare racchiude tutto, la fantasia, la progettazione l’idea che diventa realtà, mentre l’autenticità è fare verità con se stessi. Ho unito questi due elementi al mio modo di essere, frizzante, generoso e sempre in movimento e sto tirando fuori idee come se fossi un vulcano sempre in azione! Mi piacerebbe realizzare dei pacchetti dedicati al benessere della persona, basati sulla parola ben-essere e dunque sull’essere in armonia per accordarci al nostro personalissimo ritmo della vita e non sentirci stonati.
Le letture consigliate da Francesca durante il Master e la collaborazione delle colleghe sono state preziosissime per mettere appunto un mio “primo” pacchetto e proporre un percorso di coaching. Ecco cos’altro mi ha arricchito in tutta questa infinita novità: il contatto con gli altri masterizzanti, i loro consigli, le osservazioni, il supporto dato. Sono contenta di questo “mio primo piccolo prodotto-lancio”. E ne approfitto per dirlo qui: grazie ragazze!
La mia strategia di coaching si basa sul gioco. Ci siamo dimenticati il lato divertente, spontaneo e autentico della vita che si manifesta proprio attraverso il gioco, il quale, in fondo, ci rivela la nostra unicità. Non a caso anche le neuroscienze lo considerano importante per mantenersi giovane e in salute. Ho capito che mi piace vivere la leggerezza del gioco anche attraverso la scrittura perché consente di fare chiarezza, di individuare i punti cardine del nostro essere. Scrivendo di sé, componendo una sorta di autobiografia è come se trovassi il tuo centro, individui la misura di quel che sei, di quello che vorresti essere e anche di quando e come migliorare. Nella mia evoluzione personale, per esempio, ho scelto di seguire la clown terapia e oggi sono anche un aspirante clown therapist. L’ho detto che voglio mettermi al servizio degli altri, vero?
Un altro dei miei sogni è creare un Mangia, prega, ama prêt à porter cioè un modo sentito e profondo di godere ciò che abbiamo. Mi piacerebbe trasferire agli altri strumenti positivi per attraversare la vita e per trovare sempre le risorse, anche e soprattutto nei momenti difficili, quando ci sentiamo “incagliati”. Ho imparato che per essere felici bisogna volerlo. È una scelta, come quella di star bene a dispetto di quel che ci accade. Richiede impegno, certo, ma tutti possiamo riuscirci! In fondo vorrei creare qualcosa di buono da quel che ho imparato e che ancora imparerò perché, ne sono convinta, il siamo nati per fare cose belle e buone!