Fare le scelte giuste è sempre difficile, almeno nel percepito di ciascuno di noi. È un atto che facciamo continuamente e in modo quasi meccanico: decidere cosa indossare al mattino, se fare colazione a casa o al bar, se prendere la metro o l’autobus, cosa mangiare in pausa pranzo, quale film guardare. Eppure, quando dobbiamo prendere una decisione che presuppone una scelta, quindi l’esclusione di una o molteplici possibilità a beneficio di un’altra, ecco che ci sentiamo sopraffatti. È come se le nostre forze fossero assorbite da incombenze lavorative e sociali di qualunque tipo e il pensiero di doversi concentrare, il fatto che venga richiesta ancora una volta la nostra attenzione, fosse davvero troppo per noi.
Siamo presi dall’ansia di fare la scelta sbagliata, oppure facciamo finta che, in fondo, non sia importante, e scegliamo a caso. Talvolta facciamo la scelta che ci sembra il male minore, con la conseguente frustrazione legata alla sensazione di non aver scelto con libertà e cognizione di causa.
LE SCELTE “DA COMA”
Poi ci sono quelle scelte fatte seguendo un colpo di testa, quando hai bisogno di dimostrare qualcosa a te stesso, magari prenderti una rivincita, sapere che se vuoi puoi farlo. Ad esempio, evitare di traslocare in una casa più piccola che ti costerebbe la metà, adducendo come scusa il fatto che non hai tempo di pensare al trasloco, hai questioni più pressanti da risolvere. Il vero motivo è che quella casa così grande ti fa sentire importante, anche se non te la puoi permettere. Scegli, così, di restare in una situazione che probabilmente ti porterà alla rovina economica, nascondendoti dietro a una falsa verità. Queste sono le cosiddette scelte “da coma”, seguite sempre da risvegli con amnesia. Ti chiedi: ma a cosa stavo pensando? La risposta è che non stavi pensando, stavi sognando a occhi aperti su possibili scenari fantastici. Questo tipo di scelta è paragonabile al gioco d’azzardo, dà quel brivido del rischio che fa salire l’adrenalina.
LE SCELTE COME OPPORTUNITÀ
Forse il vero problema è che consideriamo la scelta come un peso da sopportare, e non un’opportunità da cogliere. Siamo convinti che scegliere implichi impegno: di tempo, di energia e di emozioni. E cerchiamo scappatoie, alibi, giustificazioni. È un meccanismo di auto-sabotaggio che mettiamo in atto inconsapevolmente: pensiamo che se rimandiamo, se tergiversiamo, se fingiamo di ignorare una questione che merita la nostra attenzione, magari saremo lasciati in pace, finalmente tranquilli, e ci sarà data un po’ di tregua. Ma non sappiamo forse bene che non scegliere è già, di per sé, una scelta? Ti dirò una verità talmente potente e, al contempo, ovvia che forse ti stordirà: la tua vita in questo preciso momento è il risultato di tutte le scelte che hai compiuto in passato fino a ora.
LA SCELTA CONSAPEVOLE E LA SCELTA INCONSAPEVOLE
Le scelte possono essere suddivise in due categorie: scelte consapevoli e scelte inconsapevoli. La scelta inconsapevole è quella autolesionista, distruttiva. Invece, quando siamo consapevoli di una scelta, quando ne conosciamo il prezzo fisico, emotivo, finanziario, psicologico, e ciò nonostante siamo pronti a pagarlo, ecco che la scelta si trasforma in un dono, nella via per cambiare le nostre vite. La domanda da un milione di dollari è: si può sapere in anticipo se una scelta sarà giusta o sbagliata? Purtroppo, fin quando non ne fai esperienza diretta, non sai quanto ti costerà né quali saranno i suoi effetti. Ma sarà sempre la tua scelta. E ti assicuro che è liberatorio sapere di non poter incolpare gli altri di ciò che ti è capitato durante il percorso. Quando scegli, sei potente, perché pienamente padrone della tua vita.
SI POSSONO FARE LE SCELTE “GIUSTA”?
Benché non possiamo prevedere dove ci porterà una scelta, possiamo forse intuirne la direzione. Soprattutto se la posta in gioco è alta, impegnati al massimo: raccogli quante più informazioni possibile, valuta le alternative e considera le diverse opzioni, fai una lista dei pro e dei contro, fai una vision board, chiedi ad un amico fidato di aiutarti a considerare risvolti a cui non hai pensato, usa la logica o chiedi un segno bello chiaro all’Universo. Se tutto questo non funziona, non avere fretta e dormici su. Dopodiché prendi la tua decisione e, una volta che l’avrai fatto, non metterla in discussione. Semmai quella scelta dovesse rivelarsi “sbagliata” col senno di poi, non farne una tragedia: puoi sempre correggere la rotta. Non confondere le scelte sbagliate con le scelte cattive, che sono quelle che ci fanno compiere percorsi di autodistruzione con la convinzione di dover dimostrare qualcosa a qualcuno.
Ricorda sempre che quando ti trovi a compiere una scelta, si attivano entrambi i lati del tuo cervello: quello destro, creativo, e quello sinistro, logico. Cerca di usarli entrambi, perché ti aiutano a distinguere la verità dal giudizio errato, ti fanno seguire l’intuito che ti tiene lontano dal pericolo e l’istinto che ti segnala che qualcosa non va. In linea generale, se non sei disposto a discutere una scelta con la persona vicina che ti è più cara, fatti scattare il campanello d’allarme.