Come superare la paura del giudizio degli altri

Tra le esperienze spiacevoli da provare, essere giudicati rientra nella mia personale top ten. Leggere la disapprovazione e la delusione negli occhi altrui e percepire il disprezzo nelle parole di persone che per noi sono più o meno importanti ci fa sentire fuori posto, sbagliati. Per quanto spiacevole, è però un’esperienza a cui non sempre possiamo sottrarci. Per due motivi:

  1. Perché anche noi giudichiamo, sebbene ci raccontiamo che il giudizio proprio non fa parte del nostro approccio all’altro. È una tendenza quasi istintiva: ci serve a legittimarci, a sentirci nel giusto rispetto all’operato delle altre persone.
  2. Perché il giudizio non è mai basato sull’oggettività. Giudichiamo le situazioni e le persone in base alla nostra etica, a ciò che per noi è giusto o sbagliato. È naturale che il nostro comportamento per qualcuno sarà accettabile, per qualcun altro detestabile e per altri ancora lodevole.

La paura di essere giudicati, in sé, non è un problema. Lo diventa quando lasciamo che essa condizioni le nostre scelte, il modo in cui vogliamo vivere la nostra vita.

Da dove viene la paura del giudizio degli altri

La paura di essere giudicati ha origini ancestrali. Per i nostri antenati godere di una buona reputazione garantiva più chance di sopravvivenza. Se ci pensi bene, anche oggi è così in alcuni ambiti. Al lavoro, per esempio, più il tuo operato è considerato di valore — e dunque tutt’altro che criticabile — più le persone si fidano di te, maggiori saranno le possibilità che ti venga affidata una posizione di responsabilità. Se andiamo più in profondità, però, scopriremo che la paura del giudizio esterno è legata alla paura di non essere abbastanza. Quando non ci lasciamo bloccare da questa paura, possiamo usarla a nostro vantaggio. Diventa, infatti, come una molla che ci spinge a impegnarci di più per fare sempre meglio. Ma quando ci sfugge di mano, può trasformarsi in ansia sociale e peggiorare la qualità della nostra vita. La nostra autostima si abbassa, iniziamo a voler compiacere gli altri e poco per volta ci dimentichiamo chi siamo.

Siamo i peggiori giudici di noi stessi

La paura di essere giudicati attecchisce in una situazione di insicurezza, quando stiamo passando un momento difficile, quando ci sembra di inanellare un fallimento dopo l’altro, quando ci paragoniamo a qualcun altro per auto-svalutarci. È a questo punto che il nostro dialogo interiore si inasprisce e il nostro giudice interno non lesina rimproveri e invettive. Abbiamo paura che le persone che ci sono vicine ci muovano le stesse critiche velenose che siamo capaci di auto-infliggerci. Molto spesso si tratta di paure infondate. La verità è che quelli di cui tanto temiamo il giudizio sono impegnati a vivere la loro vita e a occuparsi dei loro problemi e non hanno tempo per puntare il dito contro di noi, riderci in faccia o parlare male di noi alle nostre spalle. Quando riconosciamo che il nostro dialogo interiore è auto-sabotante, possiamo prenderne le distanze per sentirci più liberi di compiere le nostre scelte senza temere critiche indesiderate.

Alcuni suggerimenti per superare la paura del giudizio degli altri

  • Prendi atto del fatto che il giudizio è inevitabile. È inutile cercare di comportarti in modo da non scontentare le persone su cui vuoi fare buona impressione. Prima o poi farai qualcosa che le deluderà. Inoltre, non puoi controllare i pensieri altrui: lì fuori c’è di sicuro qualcuno che ti sta giudicando senza nemmeno conoscerti, magari per il solo fatto che appartieni a un certo gruppo sociale.
  • Separa il giudizio sull’operato dal giudizio sulla persona. Se qualcuno giudica una tua scelta, questo non significa in automatico che ha un’opinione negativa di te come persona. Riuscire a separare questi due aspetti ti permetterà di accettare il giudizio altrui senza lasciare che questo mini la considerazione che hai di te.
  • Non esporti al giudizio. Nei momenti in cui sei particolarmente vulnerabile e sai che non prenderesti bene la disapprovazione esterna, non metterti nelle condizioni di essere giudicato. Questo vuol dire che puoi omettere elementi della tua vita o scelte compiute che ti fanno sentire esposto al giudizio altrui. Non si tratta di mentire ma di proteggerti da possibili attacchi non richiesti.
  • Spiega le tue ragioni. Può capitare che quel che ritieni un giudizio impietoso sia frutto di una cattiva comunicazione. È possibile che alla persona che sta giudicando manchino degli elementi per comprendere una situazione o che ci sia stato un fraintendimento. A volte basta spiegare le tue ragioni per ribaltare un giudizio che sembrava negativo e trasformarlo in un dialogo costruttivo.
  • Smetti di compiacere gli altri. Ci sono persone, soprattutto quelle che credono di fare il tuo bene, che disapprovano per partito preso qualunque cosa tu faccia. Cercare di compiacerle servirà solo ad aumentare la tua frustrazione. Per loro non andrai mai bene, tanto vale vivere la tua vita come più ti piace.
  • Allena un dialogo interiore positivo. Se il tuo giudice interno è sempre pronto a darti addosso, puoi iniziare a controbattere e a dire la tua. Trasformare il tuo dialogo interiore ti farà sentire meno in balia dei tuoi pensieri e ti libererà da una serie di paure, inclusa quella del giudizio altrui.
  • Concentrati sul tuo benessere. Quando stai bene con te stesso il giudizio degli altri ti scivola addosso abbastanza velocemente. Sì, certo, magari lì per lì ti arrabbi o ci resti male ma te ne dimentichi presto e vai oltre. Se te ne lasci condizionare, invece, vuol dire che sei in una fase in cui il tuo benessere non è una priorità. Quando dico benessere intendo l’insieme di attività e passioni che ti nutrono, che ti ricaricano, che ti rimettono al mondo. Insomma, alla fine è sempre una questione di (ri)mettersi al centro della propria vita e godersela il più possibile.
Giovanna Martiniello

Autore: Giovanna Martiniello

Sono un’introversa ipersensibile con la passione per le storie. Ho l'inquietudine tipica di chi è vissuto a lungo su un suolo vulcanico. Vivo in collina ma non potrei stare senza la città. Nel 2017 ho frequentato il Master in Coaching di Accademia della Felicità, ho mollato il posto fisso e mi sono abilitata come coach. Mi occupo di scrittura autobiografica per la comunicazione, integrando la metodologia del coaching nelle mie competenze di scrittura.

Commenta l'articolo

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *