C’era una volta una bibliotecaria super miope che non aveva idea di cose fosse il coaching.
Potrebbe iniziare così la narrazione di questa storia, con me al lavoro nella biblioteca – centro culturale dove lavoro da dieci anni, nel giorno in cui conclusi un corso di formazione con Francesca Zampone di Accademia della Felicità. Era il 2016 e quell’anno segna l’inizio di un percorso che mi porta ad essere qui ora, a raccontare come sono diventata una coach. Ho frequentato il master in coaching di Accademia nel 2017/2018 su invito di Francesca, una professionista in grado di conoscere e fiutare le cose prima che accadano. Mi disse: “Perché non frequenti il master? Fai già coaching e non ne sei consapevole”. E io decisi di fidarmi. A giugno 2019, non senza difficoltà, imprevisti e affanni, terminai il mio percorso di formazione, con una sola certezza finale in mente: mi sarei occupata di leggerezza esistenziale.
La mia attività è iniziata solo un anno dopo e l’apertura del mio sito risale a marzo 2020. Perché? Vi chiederete. Per diversi motivi che hanno fatto scivolare velocemente i mesi, uno dopo l’altro: ho dovuto innanzitutto allenare il mio coraggio a mostrare agli altri il cambiamento e la trasformazione che il master aveva provocato in me, ho analizzato a lungo il senso e l’opportunità di fare due lavori, ho pensato, letto, riflettuto e poi, come spesso accade, un giorno mi sono svegliata e ho iniziato a tirare le fila di tutti i pensieri per passare all’azione. Ho aperto il sito nel mese più buio dell’emergenza sanitaria vivendola come una missione salvifica; ora, nella mia memoria, ricordo quel mese per il lavoro svolto e per la nascita di una creatura partorita dal mio intelletto e dalla mia tenacia, non più e non solo per l’isolamento e il dolore dell’emergenza.
Come si ritrova la leggerezza
Questo è l’approccio alla leggerezza che porto nei miei percorsi di coaching: la ricerca del lieve anche nella fatica, l’invito a ritrovare la leggerezza, sentirsi meritevoli e in diritto di vivere questa condizione esistenziale. Nei miei percorsi sostengo le mie clienti a scoprire che la vita non è solo sofferenza, o soltanto dovere, serietà, sacrificio. La vita è anche questo, necessariamente e costitutivamente, ma sta a ciascuno di noi decidere come vivere e giudicare questi accadimenti e legittimarsi a vivere la possibile levità della vita, nonostante queste dimensioni faticose. La leggerezza si impara, va allenata costantemente, come il coraggio, e la pratica è una parte importante dell’esercizio filosofico che porta a conquistarla stabilmente, come approccio alla vita, come postura esistenziale.
Da questa riflessione è nato il nome della mia attività: leggerezza in pratica. Come si pratica la leggerezza nella vita di tutti i giorni? Imparando a lasciar andare senza sensi di colpa, trovando il coraggio di allontanare le persone tossiche, comunicando in modo assertivo ciò che desideriamo, praticando il minimalismo digitale, smettendo di accumulare oggetti e relazioni che appesantiscono la vita e, soprattutto, imparando a essere indulgenti con noi stesse, a prenderci meno sul serio, a individuare e superare gli stereotipi di genere e ruolo che ci incatenano in dinamiche pesanti e inutili.
Libri e coaching
Credo nella forza magica che possiedono le donne (a cui si rivolgono tutti i miei percorsi), e nella ricchezza che ci dona il senso dell’umorismo. La mia professione principale è la mia passione: leggo per lavoro e per piacere e porto i libri nella mia attività di coach.
Non propongo percorsi di book coaching a tutte le clienti, ma utilizzo i libri per promuovere sui Social i temi a me cari. Se dovessi tradurre in un esercizio di coaching le mie riflessioni su questi primi sette mesi di attività, scriverei e risponderei così a queste domande:
- Qual è l’aspetto più faticoso della mia attività?
La ricerca dell’equilibrio tra il piacere di produrre contenuti, percorsi e idee e la complessità di mostrarmi sui Social e/o il timore di farlo in modo banale e superficiale;
- Cosa consiglierei alle coach che si stanno formando?
Di allenare la curiosità, l’ascolto e la pazienza poiché i risultati si ottengono solo un passo alla volta e ognuno secondo il proprio ritmo e il proprio percorso. Di sfuggire dalla ricerca di facili soluzioni e dalle cadute in facili paragoni e, infine, di leggere, leggere, leggere!