Ecco la storia di Sara, una donna fortunata, che ha sempre fatto un lavoro entusiasmante e piacevole, ma che ora ha deciso di “portare a un livello successivo”. Ovvero, diventare career coach, facendo il Master di Accademia.
Mi considero una mosca bianca, nel panorama lavorativo attuale. Ho lavorato nella stessa azienda per tredici anni. Sono stata assunta subito dopo la laurea, era l’inizio del 2000, e sono rimasta fino a qualche mese fa. Ho resistito perché ho avuto la fortuna di fare un bel lavoro, dinamico e appassionante, cambiando spesso competenze e ruolo. Nei primi anni ho seguito la start up di un’agenzia per il lavoro e dopo sono passata alla ricerca e selezione di personale, nel settore finanziario.
È andato tutto benissimo in questi anni, fino lo scorso anno. Da un lato sono cambiate le dinamiche del mercato del lavoro, ma il cambiamento più significativo è stato in me stessa, sono cambiata io e sono cambiate le mie esigenze, le mie aspirazioni.
Già da qualche tempo avevo cominciato a fare delle riflessioni sul mio ruolo, su quello che facevo e quello che avrei voluto fare. Sentivo dentro di me il desiderio di cambiare, ma non sapevo in che direzione andare e come arrivarci. Nel frattempo è nato mio figlio, e io ho approfittato dell’anno di maternità per fare chiarezza in me. Ho analizzato le mie mansioni, mi sono chiesta cosa mi appagava, cosa facevo con piacere e cosa volessi modificare.
Mi sono resa conto che c’era un fil rouge in tutto quello che più mi appassionava, mi dava soddisfazione e non mi pesava fare: ovvero, entrare in relazione con le persone di cui mi occupavo professionalmente. Nella mia vita lavorativa ho “occupato” e inserito tantissimi professionisti: ma il mio rapporto con loro non si esauriva in quello tecnico e a volte distante dell’head hunter. Valutare il cv, le competenze e l’attitudine a un ruolo. Ho sempre cercato di andare oltre, di conoscere i candidati in modo più approfondito, per indirizzarli e cercare di ottenere la loro massima realizzazione. Infatti, anche a distanza di tempo, mi preoccupavo di verificare il percorso compiuto, i feedback e l’appagamento. Ricordo quasi tutti i candidati e con la maggior parte ho mantenuto dei rapporti.
Nell’anno che ho dedicato a me, ho capito che era questo che più mi piaceva del mio lavoro: occuparmi delle persone, seguirle, e aiutarle a prendere la strada giusta. Era tuttavia solo una parte dell’attività richiesta nel mio ruolo, e che comunque dovevo mediare con i miei compiti e i risultati aziendali da raggiungere.
Dopo la maternità, rientrare in ufficio è stato complicato da questo punto di vista. Avevo acquisito una nuova consapevolezza e ora il mio lavoro mi stava stretto. Ero io che avevo bisogno e voglia di fare altro: volevo concentrarmi sulle persone.
È stato allora che ho saputo del Master in Coaching di Accademia. Avevo conosciuto Francesca molti anni prima, per lavoro e poi siamo rimaste in buoni rapporti. Il mondo del coaching mi aveva sempre incuriosito, ma non avevo mai trovato la modalità giusta per avvicinarmi. Era arrivato il momento di approfondire e sperimentare. Tutto combaciava: potevo iniziare un percorso che mi aiutasse a fondere la mia attitudine e le competenze acquisite in tutti questi anni, e creare un’attività su misura per me. Una sorta di upgrade, di evoluzione, di quello che avevo fatto finora. Per raggiungere un livello successivo.
Sono rientrata in ufficio a febbraio, mi sono iscirtta al Master e già a metà aprile ero fuori. Avevo deciso la mia nuova strada: mi sono dimessa e sto continuando il Master. Adesso mi sto dedicando interamente a questo nuovo percorso: per diventare io stessa coach e supportare le persone nei momenti di cambiamento, per favorirli nella scoperta del loro vero talento. In questi anni mi sono resa conto che aiutare gli altri, farli stare bene, è per me la massima realizzazione. E ora ho tantissimi progetti per il futuro.