La storia di Linda: il dolore ci rende migliori

Ho conseguito il Master in Coaching di Accademia della Felicità nel 2013, ma la svolta che ha riguardato l’intera mia vita è iniziata un anno prima, quando ho scoperto di avere un tumore al seno.

A marzo 2012 ho ricevuto la diagnosi dal medico e nell’aprile successivo ho fatto l’intervento. Ai controlli post operatori i linfonodi erano risultati negativi, il che voleva dire che il tumore non era uscito dalla sua area. Nonostante questo però, ho affrontato una terapia preventiva lunga un anno, fatta di due cicli di chemio, la radioterapia, una terapia specifica per il tipo di tumore che avevo e dei farmaci per tenere sotto controllo i tanti effetti collaterali delle terapie.

Non è stata affatto una passeggiata. Di certo è stato un percorso, ancora oggi da concludere, che ha fatto cambiare strada alla mia vita. Con la terapia molte attività che facevo prima erano diventate più dure, ero spesso stanca, avevo la nausea e concentrarmi in ufficio era diventato difficile. Avvertivo molte limitazioni dal punto di vista fisico causate dalla terapia e dai medicinali, come la perdita di sensibilità alle estremità di mani e piedi e i dolori articolari.

Quando devi prenderti cura della salute con una terapia d’urto, quando la tua mente e la tua vita hanno quell’unico obiettivo, s’innesca dentro un cambiamento profondo. Vedi sotto una luce diversa quel che hai fatto prima e quello che vorrai fare in futuro. Quando, stanca della terapia, ho urlato «Basta! Rivoglio la mia vita», mi sono fermata a riflettere: volevo davvero la vita di prima? Ero sicura che fosse quella la vita che desideravo? Ho iniziato a rivedere tutto, ho cambiato alimentazione seguendo le raccomandazioni del Progetto Diana, nato come studio sulla prevenzione al seno attraverso l’alimentazione e lo stile di vita. E ho iniziato attività che mi danno piacere, come lo yoga, la palestra, un corso di fotografia e il coaching.

Il Master in Coaching mi frullava in mente già prima che scoprissi il tumore, ho aspettato di stare meglio per affrontarlo e mi ha aiutato a consolidare il percorso che avevo intrapreso. Gli esercizi del coaching mi hanno aiutato a fare chiarezza, mi hanno dato un supporto che all’inizio non cercavo, però è arrivato ed è stato fondamentale. La palestra, la fotografia mi hanno aiutato a seguire una svolta esterna, il coaching invece mi ha aiutata a sostenere una svolta interiore.

Oggi mi sento una persona migliore. Ogni malato ha il suo personale percorso da seguire. Quello che ha aiutato me non è detto che possa servire ad altri, ma è importante che ciascuno assecondi il suo momento. Di tutto quello che è successo voglio portarmi dietro le cose belle, il sostegno degli amici e dei colleghi, l’amicizia dei masterizzandi al corso, la terapia della risata di mia madre che mi ha aiutata ad alleggerire il peso che stavo sostenendo. Ognuno ha il suo carico di dolore e quando arriva hai solo due scelte: o sei tu a portarlo o è lui a portare te. Ho imparato che quando si tratta di dolore non esiste una scala di valori, ogni sofferenza va rispettata. Ho imparato che ognuno di noi è in grado di portare il suo, questo vale anche per il rancore, e trasformarlo in qualcosa di positivo. Questa è stata la mia scelta. Questa è stata la esperienza. E da qui è nato il desiderio di specializzarmi nel Wellness Coaching.

 

 

 

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