Il Master in Coaching e la Responsabilità della crescita personale

Credo di essere diventata un essere umano adulto solo dopo la morte di mia madre.

A 27 anni ho perso mio padre, il dolore è stato accecante e rimosso a lungo, ma c’era lei che, sicuramente a modo suo, proteggeva e conteneva. Quanto ha cercato di proteggermi rispetto ai dolori della vita, l’ho capito solo dopo che se ne è andata. E del resto me lo diceva sempre “mi conoscerai davvero solo dopo che me ne sarò andata”.

È successo proprio così: la sua assenza, la sua mancanza, i dialoghi interiori che sostengo regolarmente con lei, il rivedermi con chiarezza in certe sue proposizioni, il darle ragione (spesso anche ad alta voce sperando che mi senta) mi hanno resa una persona responsabile sul serio.

Non è solo perché per la prima volta in vita mia ho dovuto spesso prendere decisioni completamente da sola, rischiando solo su di me o affrontare dolori grandi senza volerne parlare realmente con nessuno, ma soprattutto perché in questa assenza ho riconosciuto la mia Responsabilità di essere una figlia.

Per anni, sbagliando perché mi sono persa un sacco di cose che non torneranno mai più, ho pensato che la Responsabilità fosse più che altro la sua di madre nei miei confronti, e quindi spesso mi sono “scansata”, non ho voluto vedere, non ci sono stata, non ho voluto affrontarla. Ho detto quello che dicono tanti miei clienti: “No ma io ce la metto tutta sono gli altri che sbagliano”. Sono poi diventata adulta quando dopo avere riconosciuti la mia Responsabilità ho perdonato – profondamente – lei e soprattutto me per tutte le mie mancanze.

Ho iniziato questo post con qualcosa di molto personale e l’ho fatto apposta perché la Chiave di tutto è: non prendendomi la mia Responsabilità di figlia mi sono persa un sacco di cose.

Ecco io lavoro con tante persone bellissime che spesso non prendono sul serio la Responsabilità della loro Crescita Personale e dunque non sanno quante cose si stanno perdendo. Stare chiusi nella scatola della Comfort Zone può essere talvolta pratico, talvolta comodo, talvolta doloroso, ma sicuramente non ci fa vedere un sacco di cose interessanti.

Spesso i miei allievi iniziano il Master con tanta buona volontà e poi si bloccano nel percorso di cambiamento perché non si prendono appunto la Responsabilità reale della trasformazione che stanno mettendo in atto.

Essere soddisfatti della propria vita a volte è faticoso, a volte è semplicissimo, ma è sicuramente una bella Liberazione. Spesso per arrivare al senso di appagamento e di libertà bisogna fare dei sacrifici e sopratutto stare un po’ male per stare poi meglio.

Questo passaggio che sembra banale non tutti lo accettano profondamente, intendo dire che a livello razionale viene accettato ma non a livello più profondo e dunque emozionale.

Sembra dunque più semplice rimandare il nostro benessere in un limbo di decisioni non prese, di relazioni anche amicali che non soddisfano fino in fondo, di lavori che si trascinano in modo logoro garantendoci solo uno stipendio e a volte nemmeno quello.

Spesso durante il percorso del Master si hanno dei backlash (“rinculi”? Non trovo termine migliore in italiano) nella crescita: a volte il cambiamento che abbiamo innescato ci rende sopraffatti e quindi pensiamo che non ne valga la pena (non le cito ma ho in mente due o tre situazioni di questo genere che ho visto accadere negli ultimi mesi o che stanno accadendo in questo preciso momento); se siamo in una fase ancora più regressiva spesso diamo la “colpa” a persone o situazioni esterne a noi solo per non procedere e affrontare le NOSTRE responsabilità, le nostre mancanze, il nostro diritto alla felicità.

Vorrei concludere questo post con un elenco delle Responsabilità che è meglio prenderci se desideriamo una vita migliore.

Su ognuna di queste aree si può lavorare attraverso il percorso del Master in Coaching di ADF, attraverso il Coaching individuale, ma anche solo leggendo libri e guardando video ispirazionali. L’importante è non mollare quando vediamo che iniziamo a fare fatica perché è proprio lì che inizia il bello.

  • LA RESPONSABILITÀ DI UNA VITA AFFETTIVA E FAMIGLIARE
  • LA RESPONSABILITÀ DI AMICI CHE CI RISPECCHIANO E CI RISPETTANO
  • LA RESPONSABILITÀ DI UN LAVORO CHE CI SODDISFA
  • LA RESPONSABILITÀ DELLA NOSTRA SALUTE
  • LA RESPONSABILITÀ DEL NOSTRO BENESSERE MENTALE
  • LA RESPONSABILITÀ DEL NOSTRO BENESSERE ECONOMICO
  • LA RESPONSABILITÀ DI UNO SPAZIO NOSTRO CHE POSSIAMO DEFINIRE CASA
  • LA RESPONSABILITÀ DI VIVERE BENE E A NOSTRA MISURA IL NOSTRO TEMPO LIBERO
  • LA RESPONSABILITÀ DI CONTINUARE A DESIDERARE

Imparare a prenderci le nostre responsabilità ci renderà persone migliori e, paradossalmente, più libere di vivere una vita che ci assomiglia.

Francesca Zampone coach

Autore: Francesca Zampone

Nel 2011 ho fondato Accademia della Felicità. Sono nata nel 1971, vivo e lavoro a Milano, ma Londra è la mia città del cuore. Sono appassionata di comportamento umano, musica, letteratura, cinema. Negli ultimi anni mi sono specializzata in coaching delle relazioni e ho sviluppato un mio sito web dedicato dove tratto queste tematiche. Ho scritto diversi libri. Per Giunti Editore sono usciti 6 volumi tematici con esercizi di coaching e crescita personale. Per Rizzoli è uscito il saggio L'Accademia della Felicità, che racchiude la mia esperienza come coach e tutto quello che ho imparato sulla felicità.

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