Spero con questo post di rispondere a una serie di domande – silenziose e attive – che molti dei miei allievi mi fanno, e di dipanare dubbi che sembrano avere un impatto molto forte nella vita dei miei “giovani coach”.
La gavetta
Un po’ di sana gavetta alla fine delle 100 ore di tirocinio è indispensabile anche se avete 45 anni e fino all’altro ieri gestivate 30 risorse con un budget di marketing da 250k all’anno. Cosa voglio dire con questa iperbole? Voglio dire che questa è una professione che spesso (non sempre) si inizia in un’età tardiva e si pensa che non si farà fatica, come quando a 20 anni si entrava nel mondo aziendale. In realtà non è così, forse sarà una fatica diversa, ma farete fatica (e vi divertirete molto, se non vi divertite c’è qualcosa che non va). La gavetta in questo caso potrebbe significare lavorare gratis o quasi per un progetto che vi sta a cuore e che vi darà visibilità oppure fare un forte sconto a un’azienda che potrebbe fare la differenza per voi, oppure ancora scrivere gratis dei post per un blog che ha molti follower e che vi renderà popolari.
La competizione
Mi immagino le facce: “Noooo, io non sono competitiva, io sono carinissima”, “La competizione è il male”, “Oddio che frase aziendale”. La competizione esiste ed è meglio che: 1. lo sappiate e 2. la conosciate. Vedo persone che sprecano un sacco di tempo paragonandosi agli altri senza rendersi conto che hanno un talento unico ed è su questo che devono lavorare se vogliono avere successo, non su cosa manca rispetto a Mr/Mrs X. Allo stesso tempo, siamo in un mercato competitivo, dunque è bene conoscere chi lavora nella nostra nicchia, seguirlo, comprenderlo, valorizzarlo nel senso più “ecumenico” del termine.
Il Personal Branding
Non chiamatelo Personal Branding, se vi dà fastidio, ma fatelo! Trovate il vostro brand, trovate una storia e un’offerta che vi identificano, curate la vostra immagine, create dei contenuti coerenti, scrivete il più possibile. Se non volete stare sui social non importa, aprite un blog, scrivete dei post, scrivete un ebook, regalatelo, create una lista di persone che vi seguono attraverso una Newsletter… Ci sono 1000 modi per rendersi visibili anche senza foto di tazze fumanti su Instagram. Vi assicuro che, se ci lavorate sopra in modo autentico, il vostro “tono di voce” salta fuori e tutto diventa più facile.
Il Networking
No, non significa andare a prendere un caffè con le vostre compagne del corso di coaching, mi spiace tanto, né fare un pranzo di “wrap up” con la vostra coach preferita. Queste cose continuate a farle, ma vi prego non ditevi la balla che state facendo networking. Fare networking significa andare fisicamente (e a volte virtualmente nei gruppi Facebook e LinkedIn) in luoghi pieni di persone che non conosciamo e cercare di conoscere proprio quelle che sono più utili per noi. Duretta eh? Lo so, in ADF presto faremo dei corsi apposta con la nostra socia Sabrina Corsini; stay tuned!
Sarò breve: fatelo bene, se no vi farete male. O tenete un profilo basso, del tipo “ci sono, ma non esisto” (che va benissimo), oppure dovete essere attivi anche qui con contenuti condivisi e interazioni di valore. Non pensate di vendere con LinkedIn. LinkedIn per la nostra professione è un ottimo luogo per dimostrare che siamo professionisti e coach di valore: se le persone ci conosceranno, compreranno dal nostro sito.
Un mentore
È fondamentale e ancora una volta non è la vostra amichetta coach. È una persona più senior di voi che ha voglia di darvi feedback e suggerimenti una volta al mese. Non è il vostro coach e non è una vostra amica (anche se può provare affetto per voi, ma è un’altra cosa). È una persona che stimate e che state “autorizzando” a darvi dei feedback. A volte dolorosi, a volte risolutivi, a volte medi, a volte entusiasti. Ma sono solo feedback (e condivisione dell’esperienza di chi ci è passato prima di voi).
Il tirocinio
Il tirocinio può essere capitalizzato “raccontando” le prime sessioni, i libri che studiate, i posti dove lo fate: è un capitale enorme. Senza ledere la privacy dei vostri clienti, potete fare un ottimo racconto della vostra esperienza, magari su un blog o con dei post dedicati su Facebook/Instagram.
Il sito web
Lo so, sarebbe bellissimo aprire un banchetto come Lucy e scrivere The coach is in e tutti nella via si fermerebbero e vi darebbero 70 euro all’ora. How wonderful! Beh, magari vi ho dato una buona idea di marketing, provateci! Ma siamo nel 2018 e dunque: fate un sito, fatelo in fretta, fatelo bene, fatelo che funziona, fatelo con un professionista serio e affidabile.
Se avete voglia di farmi altre domande alle quali posso rispondere nella seconda parte di questo post, che uscirà il mese prossimo, scrivetemi all’indirizzo: francesca.z@accademiafelicita.it. Spoiler: parleremo di come vendere all’inizio, come fare il prezzo, i trend di coaching più popolari, la cura di sé, il tempo da dedicare allo studio.
Per chi fosse interessato, è possibile iscriversi al nostro “new and improved” Master in Coaching, che parte a ottobre 2018, a un prezzo vantaggioso. Tutte le info sono disponibili nella pagina dedicata. Per ulteriori chiarimenti, scrivete pure all’indirizzo info@accademiafelicita.it.