Lavorando in biblioteca, frequentando le librerie, ho come l’impressione che, passando accanto ai libri, delle volte essi mi chiamino, come sirene tentatrici. Spesso dò loro ascolto e finisco col portarli a casa. E capita che delle volte siano proprio i libri che sto cercando su un determinato tema per un post, e allora sorrido e vedo in tutto ciò un segno dell’universo. Altre volte invece no, li leggo fino alla fine e poi rimangono lì, in bella vista, in attesa di un trait-d’union che consenta di combinarli insieme o, dopo un po’, di essere definitivamente riposti a scaffale.
I tre libri di oggi mi piacevano e cercavo il modo per trovare un comune denominatore che non saltava mai fuori. Allora, prima di abbandonarli, ho dato loro una chance e ho pensato di considerare i valori che mi trasmettevano. È così emerso il fattore D. D come determinazione: perché nel primo la crisi diventa forza, nel secondo la rabbia diventa possibilità, e nel terzo l’oppressione diventa riscatto. Ma anche D come decisione: la vita impone delle scelte e ognuna di queste ha un impatto. E infine D perché, e soprattutto, parliamo di donne, di storie al femminile, di epoche e luoghi diversi, ma di tutte donne uniche e non convenzionali, che meritano di essere conosciute.
L’UOMO SEME – Violette Ailhaud (Playground/Fandango)
Dicembre 1851; Luigi Napoleone Bonaparte abolisce la Costituzione, si autoproclama imperatore, e attua una capillare opera di repressione punendo tutti quelli che si mettono contro di lui. Febbraio 1852; in un paesino nelle Alpes-de-Haute-Provence, esposto al vento, talvolta isolato dal mondo, tutti gli uomini, ribelli a Napoleone, vengono deportati. Dopo due anni senza avere loro notizie, le donne dello stesso paese si rassegnano ad averli persi. Stringono tra loro il patto che, se un giorno fosse arrivato un uomo, quel primo uomo comparso sarebbe stato condiviso, per dar vita di nuovo al villaggio:
ce lo saremmo dovuto dividere, per la vita del nostro ventre.
Lo immaginano, lo pensano, lo vivono, per serate, per giornate intere. Come se ci fosse, senza però fare i conti con la forza naturale dell’attrazione. Quando, un giorno, compare in lontananza, lo desiderano e ne hanno paura allo stesso tempo. Paura di tradire il giuramento di fedeltà, con il loro uomo, ma anche con le loro compagne; paura di non saper condividere, paura di soffrire. La regola è quella che chi avesse toccato per prima, avrebbe avuto la precedenza, ma anche il compito di fargli capire che diventando l’uomo di una, sarebbe diventato l’uomo di tutte. E la prescelta sarà la sedicenne Violette, colei che anni e anni dopo, nel 1919, scriverà questo racconto. Lo consegnerà manoscritto, chiuso dentro a un plico, a un notaio, chiedendo di farlo aprire solo nel 1952 da una discendente donna della sua famiglia, tra i diciotto e i trent’anni. Un diario che, come un seme, viene trasmesso da una donna a un’altra donna e poi a tutti noi, con una storia del passato che, per la sua potenza, diventa moderna, parlandoci di dolore che diventa partecipazione, forza, impeto, istinto. Ritornando, alla fine, a essere vita, felicità.
UNTYPICAL GIRLS: STYLE AND SOUNDS OF THE TRANSATLANTIC INDIE REVOLUTION – Sam Knee (Cicada Books)
Untypical girls è una storia delle donne nella musica punk e indie, attraverso centinaia di immagini che documentano sedici anni, dal 1977 al 1993, di interazione musicale tra Gran Bretagna e Stati Uniti. In un’industria tradizionalmente dominata dagli uomini, quale quella musicale, la presenza femminile, sino ad allora poco più che superficiale, comincia a farsi sentire con l’avvento del punk. Osservate sino a quel momento secondo il ruolo sociale e sessuale, realizzate in quanto proiezione di un uomo, le donne sembrano non avere altra vita oltre alla seduzione. Il punk esplode nella cultura giovanile britannica nel ’76 e, con la sua rabbia ed energia, offre un mezzo di espressione per parlare a parità di condizioni e avviare un percorso verso la liberazione e l’autorealizzazione. È Siouxie Sioux che dà il suo nome al suo gruppo (Siouxie and the Banshees), una donna potente e provocante ma libera dai dettami e dalle norme sociali: si apre una nuova era per la musica al femminile. “Il punk ha liberato le musiciste” afferma Viv Albertine, chitarrista e cantante dei The Slits, in un suo articolo. Sam Knee, autore di questo libro, come fan e frequentatore dei palcoscenici di quegli anni, segue il percorso dell’indie girls style, dalla genesi del punk alla scena indie degli Anni ’80, fino al grunge e alle riot grrrl nei primi Anni ’90. Un racconto fotografico che investiga anche l’approccio stilistico, e che si propone di essere un richiamo all’indole vitale che ha caratterizzato quegli anni in modo che possa non solo avere valenza documentaristica, ma essere anche d’ispirazione per le generazioni successive nella ricerca della propria individualità.
SEMPRE LIBERA – Lorenza Natarella (Bao Publishing)
Maria Callas: artista unica, eclettica, la Divina. Pubblicato in occasione del quarantesimo anniversario della sua scomparsa, Sempre libera, graphic novel di Lorenza Natarella, racconta la più grande cantante lirica del secolo scorso. Una biografia che restituisce un ritratto inedito e che parte dalla nascita e dall’adolescenza negli Stati Uniti, succube di una madre ossessionata dal volerla rendere famosa. Prosegue con gli studi in Grecia e con lo scoppio della guerra, con l’abbandono della madre e il ritorno a New York. E poi in Italia, con la consacrazione, gli anni d’oro, la trasformazione fisica, Onassis, il ritiro e gli ultimi anni. L’autrice ci racconta le passioni, gli amori, la drammaticità, sempre presente in lei, non solo sul palco ma anche nella vita. L’uso del colore esprime ed enfatizza i sentimenti della Callas, in un’alternanza tra la tensione, dove predomina il nero, e i momenti più lievi e ironici, in rosa. Allo stesso modo, il lettering utilizzato da Natarella segue la voce della protagonista e diventa strumento per passare dal dramma alla frivolezza, riuscendo a rendere con efficacia la personalità complessa del grande soprano. Una donna tenace, testarda; determinata, nonostante gli ostacoli della vita, gli insulti, i giudizi sul suo aspetto fisico, a portare avanti la propria passione per il canto. Ad abbandonare la madre tiranna, a dire di no a chi le offre un contratto come esordiente, sicura del proprio talento, della propria unicità. Donna non convenzionale, non semplice, ma senza compromessi, e in questo sempre libera.