Il miglior modo di assaporare quest’avventura meravigliosa chiamata “esistenza” è quello di essere onesti su di un punto: chi siamo veramente.
Il segreto è rimanere noi stessi, credere nelle nostre convinzioni, entrare in sintonia con gli altri e sforzarci di vivere la vita che abbiamo sempre sognato.
Liberi dalle catene che ci siamo creati unicamente nella nostra mente e nel cuore.
Come il raggio del faro, che attraversa il muro di cristallo con la sua luce intensa,
e ci guida sulle rotte della verità.
Esistono libri che non solo rivelano le risposte che cercavi da tempo, ma offrono domande che non ti eri mai posta prima e allora sì che ne esci frastornata dalla lettura: cercavi evasione e, se va bene, trovi qualche certezza, mentre se sei ancora più fortunata trovi altri dubbi che invitano all’indagine ulteriore di te stessa e non solo.
Beata curiosità!
Ci sono poi romanzi che, senza essere capolavori letterari, hanno in sé quel gusto delle cose semplici, da assaporare come un pasto frugale di un tempo, davanti al caminetto acceso che riscalda l’ambiente. Quella saggezza popolare che non ti rivela chissà quali grandi verità, tuttavia mette luce sui dettagli ignorati dell’esistenza, solo perché dati per scontati, eppure fondanti di ogni uomo.
Queste le mie sensazioni percepite durante la lettura de Il guardiano del faro di Sergio Bambarén, nella cui narrazione sono esplicitati i temi a me più cari.
Primo fra tutti: liberarsi dalle proprie prigioni mentali e scegliere di essere se stessi, accettando l’idea che qualche volta sono necessari tempo e coraggio e pazienza.
La trama è piuttosto semplice, ambientata in Cile, e tre sono i protagonisti.
Martin, appassionato di surf, con il sogno di mettere le proprie competenze al servizio dei meno fortunati, convinto che sono le piccole azioni, non le parole, a rendere migliore il mondo, turbato dalla sensazione di essere sempre giudicato dagli altri per le sue scelte di vita.
Paola, architetto, fortemente condizionata dall’educazione ricevuta in famiglia, si costringe a adattarsi alle regole delle convenzioni sociali e culturali per timore di rimanere sola, e si impedisce di seguire i sogni del tutto ignara dei propri talenti.
Samuel, ex ammiraglio e guardiano del faro, deciso a non parlare più a quel mondo che lo ha ritenuto pazzo per il suo modo diverso di sentire la vita.
A legare le loro storie è un faro diroccato sul mare, che insieme collaborano a rimettere in sesto, aiutandosi reciprocamente a sciogliere nodi irrisolti della propria esistenza.
Sono tre anime affini, nella costante ricerca di trovare un equilibrio tra la propria autenticità e la necessità di sentirsi accettati e rispettati nella loro natura non omologata alla maggioranza.
Immagino che molti di noi si riconosceranno.
Perciò non aggiungo altro di mio, preferisco congedarmi riportando alcune delle numerose frasi che ho sottolineato, su cui vi invito a riflettere, se ne avete voglia.
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Qualche volta il nostro futuro è dettato da ciò che siamo, in contrasto con ciò che vogliamo … Non possiamo sempre ascoltare le nostre paure … Non posso scegliere ciò che provo, ma posso scegliere che cosa fare al riguardo … Cambiare non è facile … Si lotta per mantenere il contatto con ciò che già si conosce così come si lotta per cambiare e seguire ciò che dice il cuore.
Può essere abbastanza duro. Eppure non scordare che la cosa peggiore che si può fare è buttare via la propria vita senza fare nulla, senza mai decidere fra due possibilità.
La vita sarà sempre piena di decisioni dure da prendere. Ogni volta che tu apri una porta, un’altra si chiude. In fondo, uno deve imparare a vivere secondo le proprie decisioni, non importa quanto sanguini il cuore o quanto faccia male.
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La “casa” è il luogo fisico dove mangio e dormo oppure la felicità che provo adesso? …
Non c’è colpa a essere se stessi, e non importa cosa gli altri pensano … Chiunque a un certo punto della vita mette su casa. La parte difficile è costruire una casa del cuore.
Un posto non soltanto per dormire, ma anche per sognare.
Un posto dove crescere una famiglia con amore, un posto non per trovare riparo dal freddo, ma un angolino tutto nostro da cui ammirare il cambiamento delle stagioni; un posto non semplicemente dove far passare il tempo, ma dove provare gioia per il resto della vita.
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Giudicare qualcuno è un grande errore.
Noi non sappiamo mai tutte le ragioni per cui una persona si comporta in un determinato modo … Alcune persone vivono al ritmo di una musica differente …
Agiscono in maniera differente, perché sentono in maniera differente …
Ci sono migliaia di modi di fare questo meraviglioso viaggio chiamato vita.
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Se non corri alcun rischio nella vita, allora rischi tutto, non credi? …
L’unico rischio nella vita è non correre alcun rischio.
Uno può vincere o perdere, ma almeno ci ha provato.
Non fare nulla è morire, pur rimanendo ancora in vita.
Così evitate le false promesse che la sicurezza porta con sé. Esse non liberano, al contrario vi rendono prigionieri.
Chi è un prigioniero? Una persona che è in catene o piuttosto uno che non corre dietro ai suoi sogni in piena libertà?
(Sergio Bambarén, Il guardiano del faro, Sperling&Kupfer, Milano 2002)