Mi sembra giusto precisare a parenti e amici che questa introduzione contiene uno spoiler riguardo i loro regali. Sì, perché questo è realmente accaduto qualche giorno fa, in una famiglia – la mia – dove entrambi i componenti del nucleo familiare sono bibliofili e bibliotecari:
“Io ho deciso che quest’anno a Natale regalo solo libri”
“Ah, beh, pensavo anche io lo stesso. Anzi, so già cosa regalare a XXY e a YZZ. Guarda questo volume se non è perfetto, gli piacerà? Io sarei felicissima se me lo regalassero!”
Se i regali per le feste sono un rituale atteso, è vero pure che dare e ricevere regali crea un legame emotivo. Quando facciamo un regalo non tanto per convenzione ma come segno d’affetto, sceglierlo può diventare un piacere. Un regalo premuroso, non necessariamente costoso o materiale, può raccontare quanto apprezzi e quanto valore si ha per chi lo riceve.
Cercare di comprendere però quello che l’altro apprezza o di cui ha bisogno richiede impegno e ascolto. Fare i regali è un po’ una lingua d’amore. E qui i libri ci aiutano senz’altro, perché possono parlare in nostra vece. Scegliere di regalare un libro non è una cosa scontata: possono spalancare un orizzonte diverso, dare conforto, rilassare, far ridere, piangere, anche regalare del tempo di qualità.
Nella selezione del mese, tre libri che possono essere d’ispirazione per i regali dell’ultimo momento. Di recente uscita, si troveranno con facilità in tutte le librerie. Esistono veramente in commercio volumi e soluzioni per tutti, persino per chi non legge: mal che vada, un libro fa sempre arredo.
IL SOGNO DELLA MACCHINA DA CUCIRE – Bianca Pitzorno (Bompiani)
Fino all’avvento della biancheria e dei vestiti di produzione industriale, le sartine a giornata erano figure comuni e presenti nelle case borghesi in tutta Italia. Ospitate dalla mattina alla sera, si occupavano di aggiustare, rifinire, rammendare. Spesso sapevano anche confezionare abiti e cappotti ma venivano comunque distinte dalle “sarte”, con atelier e lavoranti, cui si rivolgevano le signore più ricche e alla moda. Le sartine lavoravano nella “stanza del cucito” loro riservata, e veniva loro offerto il pranzo.
La protagonista di questo romanzo è una di loro. Rimane orfana per un’epidemia di colera, e si ritrova giovanissima a vivere con la nonna, che le insegna subito un mestiere e quindi l’importanza dell’indipendenza.
Pur essendo opera di fantasia, il racconto è calato in un momento storico preciso, a cavallo tra otto e novecento, e offre uno sguardo sulla vita sociale del tempo, raccontato con voce semplice eppure intensa. La giovane donna sogna la macchina da cucire perché questa la qualificherebbe come artigiana. Quando un’amica ricca gliela regala, la macchina da cucire diventa la sua compagna di vita. E così la narrazione ci trasporta insieme al suo strumento di lavoro nel mondo con cui la sartina viene a contatto.
In una narrazione appassionante, la protagonista racconta in prima persona la sua vita, e il suo mondo interiore viene fuori anche dal confronto con le persone che incontrerà grazie al suo mestiere. Una storia di emancipazione e presa di coscienza di una donna e del suo ruolo in una società classista, dedicata dall’autrice alle sartine conosciute nella sua vita e a tutte le sartine “odierne del Terzo Mondo”, che cuciono in condizioni disumane e per le quali il cucire diventa una una condanna (“cucire è un’attività creativa e bellissima, ma non così, NON COSÌ”).
LA MENNULARA (graphic novel) – Simonetta Agnello Hornby e Massimo Fenati (Feltrinelli comics)
Molti conosceranno “La mennulara”, romanzo di esordio di Simonetta Agnello Hornby, uscito nel 2002 e di grandissimo successo in tutto il mondo, proposto ora in versione graphic novel. La nuova veste ha richiesto più di un anno di lavoro all’artista Massimo Fenati che, sotto la supervisione della stessa autrice, ha realizzato un’opera sostanziosa di 180 pagine, rispettose del testo originale e contenenti scene non presenti nel romanzo. I disegni rivelano un grande studio riferito all’inquadramento storico ed estetico, e ci trasportano nel cuore e nelle atmosfere della Sicilia degli anni Sessanta. Allo stesso tempo, i tratti degli infiniti personaggi definiscono così bene non solo la classe di appartenenza ma pure il carattere senza bisogno di parole. Li ritroviamo tutti all’apertura della copertina, un mondo di cui stiamo per fare conoscenza esposto in una sorta di albero non genealogico con tanto di legami. Un grande coro che dà vita al romanzo, con i suoi ricordi, con il suo chiacchiericcio, con il detto e il non detto: tutti dicono la loro, e tutti concorrono alla successione degli eventi e al fare emergere la grande protagonista della storia, Maria Rosaria Inzerillo, detta la Mennulara, appena morta eppure sempre presente in ogni pagina.
Come già la sartina protagonista del romanzo della Pitzorno, anche la Mennulara è una che lotta per sopravvivere, e quel che si guadagna lo fa sudando sangue. È una domestica ma anche “una femmina che dà ordini alla gente che dipende dagli stessi padroni”. La Mennulara è una donna che sa qual è il suo posto in società, e conosce cosa e fino a che punto può ottenere, grazie al suo carattere forte e al suo senso della giustizia. Un personaggio fatto “di ferro e fuoco”, amata e odiata, non lascia nessuno indifferente: e il suo spirito e i suoi occhi profondi come carboni ardenti entrano dentro il cuore del lettore e lo accompagnano a lungo, anche molto dopo la fine del libro.
IN CUCINA CON KAFKA – Tom Gauld (Mondadori)
Attenzione: il titolo può fuorviarvi. Se avete pensato al regalo perfetto per bibliofili che si dilettano ai fornelli, devo subito precisare che qui di ricette manco una. Però la buona notizia c’è, ed è che potrebbe comunque rivelarsi un ottimo presente per chi gravita intorno al mondo letterario, e qui ci includiamo pure gli appassionati della lettura. Questa è una raccolta di più di cento vignette del fumettista scozzese Tom Gould, originariamente apparse per il Guardian, il New Yorker e il New York Times, che ironizzano su chi i libri li scrive e li legge, mettendone in mostra idiosincrasie, curiosità e manie. Non si può che concordare con Francesco Guglieri, autore dell’introduzione, quando sostiene che il libro di Gauld “sarebbe piaciuto tantissimo a Umberto Eco e a Fruttero & Lucentini”, cui viene accomunato per intelligenza, garbo ed ironia, oltre che per lo stesso gusto e competenza nel combinare i codici che attraversano l’universo culturale. Gauld prende in giro luoghi comuni, autori, traduttori, editori, critici, intellettuali, lettori e molti altri. Ma sempre educatamente e rivelando comunque il proprio amore per l’oggetto libro, rappresentato con quella tenerezza che contraddistingue tutti coloro che sanno che “dentro ogni libro ci sarà sempre e ancora una promessa di felicità a cui non smetteremo di credere”.