Se pensi di essere una persona molto responsabile nella vita privata come nel lavoro, è assai probabile che tu abbia la convinzione (errata) che nessuno possa svolgere al posto tuo un compito o un’attività. Questo succede perché ti consideri una sorta di supereroe: senza di te e il tuo contributo la famiglia o l’azienda potrebbero irrimediabilmente crollare.
Prova a rileggere quest’ultima frase e chiediti sinceramente se questo atteggiamento ti appartiene. Se la risposta è sì, chiudi gli occhi, respira e cerca di sentire cosa dice il tuo corpo e quali sensazioni manifesta.
Fammi indovinare: avverti un senso di pesantezza allo stomaco, un nodo in gola e un irrigidimento generale. Questi segnali ti stanno parlando e vogliono dirti che nella vita tendi ad accollarti tutte (troppe) responsabilità e a voler tenere tutto sotto il tuo controllo; se qualcosa poi non dovesse andare secondo i tuoi piani, la prima cosa che fai è incolpare te stesso. Se perpetrato, questo modus operandi può andare a ledere la tua autostima e, in casi più estremi, condurti ad una situazione di burnout.
La soluzione che ti propongo è imparare a delegare. Ti sembra complesso? Non ti preoccupare. È un nuovo atteggiamento mentale che, con un po’ di pratica e costanza, potrai acquisire e fare tuo.
Procediamo per gradi.
- Per prima cosa fai un elenco delle attività lavorative che ti vedono direttamente coinvolto nei prossimi mesi e per ognuna valuta se essa o alcune sue parti possono essere delegate;
- Tutte le attività che hai classificato come “delegabili” scomponile in microattività;
- Concentrati sulle persone con cui lavori e a cui potresti delegare alcune di queste: individua per ciascuna le caratteristiche peculiari e pensa a come quella persona potrebbe aiutarti grazie a determinate competenze tecniche e soft skills;
- Fai il match tra microattività e persone
Un buon leader è colui che sa programmare le attività: delegare, infatti, non significa non occuparsi ed estraniarsi dai progetti che ora vengono portati avanti da alcuni membri del team. Ricordati che l’owner – il responsabile – rimani sempre tu!
A questo punto inizia a programmare le attività: metti in calendario un momento in cui farai il passaggio di consegne ai colleghi coinvolti, una o più riunioni in cui farai il punto della situazione e verificherai lo stato di avanzamento dei lavori; un momento per fare il controllo finale e, a fine progetto, programma anche il debrief con i tuoi collaboratori. Cioè un momento per tirare le somme.
Le fasi del processo di delega possono essere riassunte nell’acronimo IDEALS:
- Introduci – Spiega l’attività al collega che se ne dovrà occupare, evidenziando gli obiettivi e i tempi del progetto;
- Dimostra – Entra nel concreto dell’attività e mostra al collega esempi e casi che possono essere presi a modello;
- Esplicita – Assicurati che tutto sia stato compreso;
- Assicura – Garantisci all’owner dell’attività l’ autonomia necessaria, risorse di cui disporre, informazioni e il ruolo;
- Lascialo Lavorare – Non essere soffocante con le richieste di feedback, concedi libertà e autonomia di gestione;
- Supporta – Fungi da mentore e tieni le fila di tutto il progetto.
Mi piacerebbe che ora riflettessi sui benefici legati alla delega:
- Meno tensione e responsabilità perché sarà equamente suddivisa tra i vari attori coinvolti;
- Il tempo che guadagnerai potrà essere investito in altre attività nobili e strategiche;
- Responsabilizzare i membri del team è sempre una chiara dimostrazione di fiducia: ciò renderà le persone più coinvolte sul lavoro e saranno maggiormente disposte a fare del loro meglio. Ne gioverà il clima lavorativo e in generale le performance del team con evidenti ricadute sul tuo stile manageriale.
Ora che hai capito come delegare e perché è importante farlo, ti invito ancora a chiudere gli occhi e ascoltare le sensazioni del tuo corpo. Come ti senti ora? Cosa è cambiato da quando hai iniziato a leggere questo articolo?
Prima di diventare un leader il successo sta tutto nel crescere. Una volta diventati leader, invece, il successo sta nel far crescere gli altri.
(Jack Welch)