In questo periodo di clausura forzata si sono moltiplicate in modo esponenziale iniziative online di tutti i tipi: dai corsi di formazione alle classi di yoga, dalle dirette sui più svariati argomenti agli aperitivi letterari davanti al pc. Vedevo persone sempre sul pezzo, super attive, intente in attività insospettabili mentre io magari facevo fatica persino a togliermi il pigiama. Se è capitato anche a te di sentirti fuori sincrono rispetto ai ritmi degli abitanti del mondo online, potresti aver avuto qualche incontro ravvicinato con la tua vocina critica, quella che ti sussurra “guarda gli altri come sono bravi a reagire alla situazione, invece tu…”. È nelle circostanze in cui l’ambiente esterno sembra mostrarti la tua inadeguatezza che il critico interiore riemerge con la sua baldanzosa presenza per rincarare la dose e sottolineare la tua inettitudine alla vita.
Come si manifesta un dialogo interiore auto-sabotante?
La maggior parte delle nostre conversazioni avviene nella nostra testa: esprimiamo un giudizio – quasi sempre negativo – su di noi, qualche volta obiettiamo, ci sforziamo di dimostrarne l’infondatezza ma, il più delle volte, ci sentiamo sopraffatti da una verità inconfutabile, che ci parla della nostra mediocrità. Le persone diventano ciò che credono ciecamente di poter diventare. Per questo motivo avere un dialogo interiore che favorisca la costruzione di quella fiducia cieca nelle proprie capacità è importantissimo. Non sempre, però, il critico interiore ha le sembianze di una voce aggressiva e giudicante. A volte usa meccanismi più subdoli, rafforzando una narrativa personale fatta di “vorrei ma non posso”: vorrei inviare il curriculum per quella posizione ma chiedono un inglese fluente e il mio è molto buono, non esattamente fluente. Oppure: vorrei mangiare in modo più sano ma non ho tempo di mettermi a cucinare. Questo tipo di dialogo interno non è basato sul giudizio e sembra innocente, neutro. Tuttavia, è fatto di scuse che servono ad auto-limitarci: è un tipo di dialogo dietro cui ci barrichiamo per non affrontare paure e insicurezze. E, nell’ottica di costruire la fiducia cieca in noi stessi, questo tipo di dialogo è altrettanto deleterio.
Se cambi le parole con cui ti racconti la realtà e usi un linguaggio più costruttivo, sei in grado di guardare te stesso e la tua vita da un’altra prospettiva: una prospettiva che ti rende responsabile dei tuoi successi, come dei tuoi fallimenti. È una consapevolezza che terrorizza: se ti convinci di non essere bravo abbastanza, quando non riesci in qualcosa, in un certo senso ti senti “giustificato” a fallire. Ma se sai di essere perfettamente in grado di superare una sfida, non hai più scuse. D’altro canto, è una consapevolezza che può anche motivarti: a lavorare sodo, a sviluppare il tuo potenziale, a dare ascolto ai tuoi desideri.
Se vuoi migliorare il tuo dialogo interiore, migliora il dialogo nel tuo ambiente
Un modo efficace per migliorare la maniera in cui ti parli e, di conseguenza, vedi il mondo è liberarti delle persone che hanno su di te un’influenza negativa, i cosiddetti vampiri energetici. Circondati, nella tua cerchia ristretta, di persone che credono in te, che ti sostengono, che ti spronano a raggiungere gli obiettivi. Hai davvero bisogno di persone che “per il tuo bene” tendono a sminuirti? Per quello basta – e avanza! – il tuo critico interiore. Certo, non posso suggerirti di tagliare i ponti con amici e parenti stretti ma solo di allentare i contatti con persone in cui riscontri queste caratteristiche:
- Ti succhiano l’energia a causa della loro mancanza di ambizione;
- Vedono sempre tutto nero;
- Sono critiche nei confronti degli altri e hanno la tendenza a trattare male il loro prossimo.
Se vuoi migliorare il tuo dialogo interiore, scegli parole migliori
Il linguaggio che usiamo per raccontarci la nostra storia può fare una grande differenza. Bastano dei piccoli aggiustamenti, delle sfumature persino, a inviare al nostro cervello un messaggio completamente diverso. Qualche esempio? Anziché dire… → prova a dire…
- Non ci riesco → Scelgo di non farlo, per il momento;
- Non sono bravo abbastanza → Non ho ancora acquisito le competenze che mi servono;
- Andrà male → Ho bisogno di esercitarmi di più/di approfondire;
- Devo → Voglio/ho deciso di;
- È facile per lui/lei → Se mi impegno con entusiasmo, posso farcela anch’io.
Niente più scuse, niente più giudizi senza appello: usa parole che ti mettano di fronte alle tue paure e alle tue insicurezze e lavora su di esse.
Se vuoi migliorare il tuo dialogo interiore, seleziona meglio i tuoi contatti virtuali
Viviamo nel mondo virtuale tanto quanto in quello reale. E, in questo periodo, è diventato ancora più evidente. Se il tuo feed di Facebook è pieno di notizie angoscianti e pessimiste, di teorie complottiste, di fake news, fai una selezione (leggi: pulizia) degli amici e delle pagine che segui e crea un “ambiente” rilassante. Se su Instagram segui account di donne perfette, che hanno 3 figli e alle otto del mattino hanno già fatto allenamento e meditazione, pulito la casa, fatto il ciambellone e hanno pure trovato il tempo di darsi una bella sistemata in stile fresca-come-una-rosa, clicca senza pietà su “unfollow”. Il senso è che, se il nostro scopo è migliorare il dialogo interiore, non ci serve alimentare una mentalità che ci porta a inutili allarmismi o a paragonarci agli altri. La nostra vita virtuale è un “luogo” in cui abbiamo il potere di scegliere chi far entrare. Smetti di seguire persone che non ti fanno bene e, al loro posto, cerca persone che ti ispirino a migliorarti con l’esempio positivo. Un dialogo interiore costruttivo si alimenta anche attraverso un network di persone che ammiriamo.