A tutti è capitato di trovarsi “con la testa fra le nuvole” o di “sognare ad occhi aperti”. Il protagonista del film di qualche anno fa I sogni segreti di Walter Mitty ne fa quasi una ragione di vita: si lascia risucchiare volentieri in fantasticherie iperboliche e proprio una di quelle gli farà iniziare un’avventura che non dimenticherà tanto facilmente. Nel suo caso, il viaggio mentale si trasforma in un viaggio reale attraverso i luoghi più belli e inesplorati del pianeta. In genere, però, fantasticare è ritenuto deleterio, perché influenzerebbe negativamente la capacità di concentrazione e la memoria, ostacolando quindi la produttività e, secondo alcune teorie, persino il raggiungimento della felicità. Questo succederebbe perché la distrazione, anche se temporanea, dal presente e dal mondo reale ci impedirebbe di focalizzarci sugli obiettivi che ci siamo scelti e che ci rendono soddisfatti di noi stessi. Inoltre, sognare a occhi aperti non ci consentirebbe di godere di quello che sta accadendo, nel momento stesso in cui lo stiamo vivendo. Recenti studi e teorie, invece, attribuiscono lati positivi alle fantasticherie momentanee.
Cinque vantaggi immediati dei sogni a occhi aperti
- Sono cruciali per promuovere la creatività e l’innovazione. Possiamo essere liberi ad esempio di collegare tra loro idee che sembrano a tutti gli effetti non avere alcun rapporto, il che porta nella maggior parte dei casi a soluzioni a cui nessuno aveva pensato prima. Possiamo immaginare scenari che forse difficilmente si realizzeranno così come sono ma forse ci regaleranno intuizioni su come raggiungere un obiettivo
- Rigenerano l’attenzione. Lungi dal dimostrarsi deleteri, i momenti di distrazione deliberata durante un incarico permettono alla mente di rigenerarsi e di ottenere nuova concentrazione sull’attività che si sta svolgendo. La soglia di concentrazione che il cervello può raggiungere è infatti limitata e sforzarsi di oltrepassarla senza nessun riposo non permette di raggiungere l’obiettivo, portando spesso alla frustrazione e allo scoramento. Concedersi piccoli intervalli di distrazione, invece, ci aiuta paradossalmente a mantenerci più concentrati
- Aiutano a pianificare. Lasciarsi andare a immaginare eventi che potrebbero verificarsi in futuro ci aiuta a considerare diverse possibilità e quindi ad attribuire differenti priorità, oppure a costruire programmi alternativi. Fantasticare porta inoltre ad acquisire una maggiore consapevolezza e a scegliere quello che è giusto per noi più facilmente, con meno incertezze e più determinazione.
- Ci rilassano. Prendersi piccole pause mentali durante le attività quotidiane favorisce il relax, oltre a essere un valido intrattenimento. Ci fa sfuggire alla noia e può farci riconquistare interesse per quello che stiamo facendo in quel momento.
- Aiutano ad affrontare i problemi attuali. Estraniarsi dal presente per un momento e abbandonarsi ai ricordi o a fantasticherie sul futuro può effettivamente aiutarci a trovare soluzioni a cui magari non avevamo pensato o che avevamo già attuato in passato ma non ci erano ancora venute in mente.
Non c’è nulla di male, quindi, a lasciare vagare la mente per qualche momento. Possiamo ad esempio approfittare dei momenti di ozio durante la pausa estiva per acquisire questa abitudine positiva e abituarci ad abbandonare ogni tanto l’attenzione a un compito specifico, sempre che questo compito invece non la richieda per intero (ad esempio guidare!). Un altro suggerimento per aiutare questo particolarissimo tipo di attività mentale è girovagare a piedi senza una meta precisa, lasciandoci sorprendere dal paesaggio che incontriamo e dalle strade che facciamo: i pensieri dopo un po’ di tempo cominceranno a fluire indisturbati e quasi casuali, così come il cammino. I migliori artisti, scienziati e filosofi, tra cui Darwin, Kant, Thoreau, Pasolini, ne hanno fatto un modo per rilassarsi e aumentare la loro creatività.
Dobbiamo, però, fare attenzione a non far diventare il sognare ad occhi aperti un’attività così coinvolgente da intrappolarci in un mondo da cui è difficile tornare indietro. Va bene viaggiare con la fantasia, purché si ritorni con i piedi per terra, più arricchiti, riposati e creativi.