Come coach lavoro con le mie clienti sugli aspetti evidenti e tangibili della loro vita, con una proiezione verso il futuro. In pratica, partiamo da quello che c’è — lavoro, relazioni, emozioni legate a eventi o cause precisi — e stabiliamo degli obiettivi che siano rilevanti, ambiziosi ma non fuori misura. Gli obiettivi, per loro stessa natura, riguardano il futuro, un futuro che può essere anche molto imminente. Più gli obiettivi sono specifici e misurabili nel tempo — secondo il famoso metodo S.M.A.R.T. ideato da Peter Drucker — più la loro probabilità di riuscita sarà alta, a patto che la cliente si impegni con convinzione e motivazione per realizzarli. Fare progetti per il futuro, però, è un discorso diverso. Presuppone la capacità di immaginarsi tra 5, 10, 20 anni, avere una visione per il proprio futuro a lungo termine, avere piena fiducia nelle proprie capacità di riuscita.
Team presente vs team futuro
Nell’ambito molto variegato della crescita personale esistono due schieramenti, che potremmo chiamare “team presente” e “team futuro”. Gli appartenenti al team presente tendono a pensare che le persone che rivolgono il loro sguardo al futuro lo facciano per sfuggire a una realtà presente che non riescono a reggere o che non sanno come cambiare. Allo stesso modo, i sostenitori del team futuro ritengono che restare troppo ancorati alla realtà presente limiti la capacita di sognare e di avere uno sguardo lungimirante. Eppure, io non credo che vivere il momento presente e fare progetti per il futuro siano posizioni in antitesi. Anzi, trovo che siano complementari e che la seconda esista proprio in virtù della prima. Chi riesce a vivere il presente, stando completamente nelle situazioni e nelle emozioni che sente, ha una visione molto chiara di come funziona. Questo fa sì che i suoi progetti per il futuro saranno più concreti e circostanziati rispetto a quelli che potrebbe fare una persona che tende a perdere il contatto con la realtà. Chi invece vive proiettato nel futuro, potrà beneficiare di una visione più chiara se non disdegna di frequentare abitualmente i dettagli della vita quotidiana. Non si tratta di essere pragmatici ma di fare esperienza piena di quanto ci accade. Se siamo in grado di calarci nella nostra quotidianità con i sei sensi aperti — ci metto dentro anche la mente, considerata il sesto senso — e dunque siamo ricettivi a ciò che ci capita, conosceremo meglio noi stessi e i nostri bisogni e sapremo formulare desideri che ci rispecchino appieno.
La paura del futuro
Nel periodo di lock down mi è capitato di parlare con diverse persone — amici, familiari, clienti — del turbinio di emozioni che ci hanno travolto. Uno dei temi che ritornava nei nostri discorsi era un senso di incertezza, se non di paura, rispetto al futuro. Se tutto ciò che conosciamo con il nome di normalità viene meno, come facciamo a pensare al futuro, come possiamo addirittura sognare, progettare il nostro futuro? Il pensiero del futuro può mettere ansia anche in periodi in cui non ci troviamo in un’emergenza sanitaria. Soprattutto per le persone ansiose pensare al futuro o parlarne può essere motivo di stress: l’incertezza è una variabile che può manifestarsi sempre. Credo che a spaventare sia il concetto stesso di futuro, che è vago e nebuloso. Quando in un percorso di coaching si stabiliscono gli obiettivi, si fa riferimento a un futuro che ha una connotazione temporale precisa o comunque circoscritta: entro una certa data, in sei mesi, e così via. Ma quando parliamo di futuro a cosa ci riferiamo esattamente?
Dove si colloca il futuro?
Il concetto di futuro riguarda avvenimenti che non sono ancora accaduti, per cui siamo portati a pensare che la sua dimensione spaziale sia il “davanti”. Per gli indigeni americani, che non avevano la percezione del futuro come la intendiamo noi, esso si collocava “dietro”, perché coglieva impreparati come un attacco che arriva alle spalle. Davanti viveva il passato, come un grande maestro da cui imparare lezioni preziose. Forse ci sarebbe d’aiuto pensare di tenere il futuro di fianco a noi, come un bambino da prendere per mano. Grazie alla nostra esperienza e alla nostra saggezza — acquisite andando a scuola dal presente — possiamo essere una guida per il futuro, farlo crescere forte e pieno di speranze, insegnargli a sognare con fiducia e coraggio. In tal modo, possiamo appropriarci di un’idea di futuro che non sia più fumosa ma concreta, come un organismo che cresce insieme a noi, e che cambia in base a come cambiamo noi, a come cambiano i nostri sogni, i nostri progetti.
Perché è importante fare progetti per il futuro?
- Aiuta ad allenare la lungimiranza. Quando parliamo di progetto di solito pensiamo a una pianificazione precisa e meticolosa, con un piano strutturato per l’esecuzione di un lavoro. L’espressione “progetti per il futuro” rimanda, invece, alla dimensione dei sogni, dei propositi. Nessuno si aspetta che i progetti per il futuro siano scritti nella pietra, è più un fantasticare sui propri desideri per gli anni a venire. Grazie a queste fantasie alleniamo il senso della prospettiva, usciamo dal breve e medio periodo e allunghiamo il nostro sguardo oltre l’orizzonte visibile.
- Aiuta a prendere decisioni nel presente. Anche se i progetti per il futuro sono solo un’idea di massima, in virtù di quell’idea puoi prendere delle decisioni che orientino il tuo presente verso quel desiderio. Se ad esempio, vuoi fare l’avvocato, all’università sceglierai giurisprudenza anziché matematica. Certo, andando avanti negli anni potresti cambiare idea e sarà di nuovo l’esperienza empirica del momento presente a indirizzare il tuo futuro.
- Rafforza l’ottimismo. Non parliamo dell’ottimismo becero basato sull’idea che “in qualche modo le cose si sistemeranno” ma della possibilità concreta di realizzare i propri progetti — questa volta intesi in senso letterale — utilizzando l’esperienza e la saggezza acquisite. In pratica, se ti basi sui tuoi sforzi di oggi, riuscirai a visualizzare i risultati di quegli sforzi nel futuro.
- Alimenta la speranza. Uno dei motivi per cui proprio in questo periodo è importante fare progetti per il futuro è alimentare la speranza che la situazione cambierà. La speranza non si alimenta, però, ripetendo che “andrà tutto bene” ma impegnandosi ogni giorno perché la nostra visione si realizzi. Se non siamo in grado di fare progetti per il futuro, il nostro presente diventerà troppo ingombrante e ci impedirà di guardare ciò che ci aspetta oltre l’orizzonte del momento presente.