Seduta davanti alla tastiera del pc mi soffermo a pensare.
Non è semplice tradurre in parole tutti i pensieri ed emozioni che vivono prepotentemente in me da quando nella mia vita è entrato il coaching.
Vorrei condividere alcune considerazioni personali perché mi fa piacere pensare che la mia esperienza possa “illuminare” e dare la spinta a chi la sta aspettando da tempo.
Il titolo di questo articolo mi risuona nella testa da mesi. Da quando ho preso veramente consapevolezza che il “potere del coaching” è davvero senza limiti.
Mi sono avvicinata al coaching pensando che potesse aiutarmi in un momento specifico della mia vita e potesse dare una svolta al mio percorso professionale, aggiungendo competenze differenti rispetto a quelle già maturate sul campo. Mai avrei immaginato che mi avrebbe “ribaltato come un calzino”, eliminando dalle mie spalle e dalla mia anima anni e anni di “polvere di vita”, facendomi riscoprire una nuova me.
Inizialmente si è trattato semplicemente di studio, di condivisione di esperienze con i colleghi del Master in Coaching di ADF e di definire il percorso per diventare una professionista.
Poi è arrivato il tirocinio; i momenti di incontro con i coachee mi hanno messa in contatto con vite e realtà diverse dalla mia ma a loro modo affini. In ognuno di loro riuscivo a ritrovare un tratto di me stessa, fosse anche per una semplice espressione o per un’emozione risvegliata. E per questo li ringrazio. Uno ad uno.
Sono stata sollecitata. E sono diventata molto più ricettiva agli stimoli esterni. È come se mi fossero spuntate due antenne ed ora finalmente sento nitidamente il suono di tutte quelle vibrazioni che prima percepivo ma non ero in grado di decodificare. E per questo non agivo mai.
Che cosa ho imparato dal coaching
- Grazie al coaching ho imparato ad essere grata alla vita. L’apprezzo anche nei momenti di difficoltà, l’assaporo senza più intimorirmi e facendomi pochissime domande sul futuro. Meno pianificazione. Tanta vita.
- Mi soffermo a guardare il sole che tramonta anche se non sono al mare ma in tangenziale, magari imbottigliata nel traffico. E allora mi rilasso e mi lascio coccolare dalla musica nell’abitacolo.
- Ho imparato a dire no, a mettere dei paletti e dei limiti, a far squillare il telefono, a rispondere quando ho voglia.
- Non mi arrabbio più… (bhè forse è meglio dire meno).
- Ho capito il valore del tempo, del suo essere tremendamente veloce. Cerco allora di vivere appieno le mie giornate, non sprecando i minuti in inutili scaramucce.
- Non mi sento più in dovere di essere per forza la più brava ed educata della classe. Sono così. Con i miei pregi ed i miei difetti. Non posso fingere solamente per piacere agli altri.
- Mi piace dire grazie. Con la voce e con gli abbracci. Ringrazio me stessa per essere entrata in ADF quell’umida sera di novembre 2015. Ringrazio le mie coach di ADF per avermi illuminata.
- Ed infine ho sempre il cuore gonfio di energia e di gioia quando termino una sessione di coaching.
Tutto questo io lo chiamo Il potere (sconfinato) del coaching.